marsupio
marsùpio s. m. [dal lat. marsupium «borsa», gr. μαρσύπιον]. – 1. ant. Borsa, tasca. In questa accezione la voce è viva in alcuni dialetti settentr., anche col sign. estens. (e per lo più scherz.) di gruzzolo, sommetta di denaro messa da parte. 2. In zoologia: a. Tasca cutanea della femmina dei marsupiali, situata nella parte bassa del ventre, in cui sboccano i condotti ghiandolari che secernono il latte, e nella quale vengono accolti i neonati in uno stadio assai precoce dello sviluppo: in essa si completa la gestazione dei piccoli che, nudi e ciechi al momento della nascita, vi entrano istintivamente aggrappandosi al pelo della madre fino a raggiungere i capezzoli, cui restano attaccati finché raggiungono lo sviluppo completo. b. Nei crostacei peracaridi, camera incubatrice ventrale in cui la femmina trasporta le uova, formata da piastre inserite sull’articolo basale di tutti o di alcuni toracopodî. 3. fig. Per analogia di funzione: a. Nome dato nel linguaggio del commercio e della pubblicità a una sorta di sacchetto imbottito che, fissato con cinghie alle spalle e intorno alla vita, serve a trasportare il neonato, tenendolo sospeso, in posizione seduta, davanti al petto. b. Piccola borsa attaccata a una cintura e chiusa generalm. da una cerniera lampo, che sciatori, sportivi in genere o turisti portano allacciata intorno alla vita per avere le mani libere. c. In funzione appositiva, carro m., automezzo pesante, generalmente a due piani, usato per il trasporto di autoveicoli.