martellare
v. tr. e intr. [der. di martello] (io martèllo, ecc.). – 1. tr. a. Battere col martello, ripetutamente e ritmicamente, la superficie di un oggetto, di una struttura o la massa di un materiale resistente, per lavorarli, dare loro la forma voluta, o per altro scopo: m. il ferro rovente sull’incudine; m. una lamiera di zinco, un pezzo di piombo; il ciabattino martella le suole (De Amicis); anche con uso intr. o assol.: macchinisti che martellavano sui telai inchiodando le scene (Pirandello); brilla Il sole sulle membra affaticate Dei curvi spaccapietre che martellano (Montale); e sostantivato: il continuo e assordante m. dei fabbri nella fucina. b. estens. Battere, percuotere, o anche picchiare, con la forza e la regolarità del martello sull’incudine o su altra superficie: m. il tavolo con i pugni, la porta con un sasso; cieco di furore, cominciò a martellargli il petto con i pugni; m. l’avversario con una scarica di destri e di sinistri al tronco, nel pugilato; per due giorni l’artiglieria continuò a m. le posizioni nemiche; la pioggia insistente martellava il selciato (o i tetti, i vetri delle finestre); sostantivato: come colpi ... di spaccapietre, Il martellar dei picchi (Pascoli); fu svegliato dal m. delle campane, cioè dai rintocchi delle campane suonate a martello. c. fig. Tormentare, torturare, o anche affliggere, angosciare, con violenza e insistenza: era un problema che da più giorni gli martellava la mente; quelle parole tornavano continuamente a martellargli le orecchie e il cervello; m. qualcuno con (o di) domande, con richieste incalzanti; Se tu riguardi ben questa sentenza, E rechiti a la mente chi son quelli [gli incontinenti] Che sù di fuor sostegnon penitenza, Tu vedrai ben perché ... men crucciata La divina vendetta li martelli (Dante). 2. intr. (aus. avere) a. Pulsare con forza, tumultuosamente, detto del sangue, o con riferimento al sangue, per febbre, disfunzione, fattori emotivi: gli martellavano i polsi, le tempie; salì le scale di corsa (o aprì tremante il telegramma) con il cuore che gli martellava in petto; la ferita cominciava a infettarsi e gli martellava di tanto in tanto; con uso sostantivato: il rumore più forte era il martellar che faceva il povero cuore di Lucia (Manzoni); ella non udiva più oltre che il battito del proprio cuore, il frequente martellar delle tempie (De Roberto). b. fig. Ripresentarsi (alla mente, al ricordo) con frequenza e insistenza: un’idea fissa che martella in mente al poeta (Carducci); nella testa mi martellava quel pensiero (Civinini). c. Con uso assol., nel linguaggio venatorio, emettere un caratteristico verso, da parte del merlo messo in allarme o in sospetto. ◆ Part. pres. martellante, anche come agg., spec. nelle accezioni estens. e fig. del verbo: il ritmo martellante della grancassa; avere i polsi, le tempie martellanti; il fuoco martellante delle artiglierie; l’azione martellante dell’attacco avversario è stata ben contenuta dalla nostra difesa; essere assillato dai soliti martellanti problemi. ◆ Part. pass. martellato, anche come agg. e s. m. (v. la voce).