martoriare
v. tr. [der. di martorio] (io martòrio, ecc., ma l’uso del presente è raro). – 1. ant. a. Martirizzare. b. Torturare, in senso proprio, sottoporre cioè i presunti colpevoli alla tortura, per farli confessare: un altro gli avrebbe voluti far collare, m., essaminare e domandare (Boccaccio). 2. Nella lingua odierna, rimane in uso come sinon. (di tono per lo più enfatico) di tormentare, cioè sottoporre a gravi sofferenze, a maltrattamenti, o, in qualche caso, affliggere, in senso proprio e fig.: volevo m. il mio corpo per esser certo di salvare l’anima (Papini); m. gli animali; non cessava di martoriarmi con la sua assurda gelosia; più spesso nel passivo: essere martoriato dalla sete, dalle zanzare; era martoriato dai rimorsi; una città martoriata dai bombardamenti aerei. ◆ Part. pass. martoriato, anche come agg., soprattutto in espressioni quali corpo martoriato, carni martoriate, in frasi di profonda commiserazione allusive a gravi e prolungate sofferenze e lacerazioni fisiche.