mascella
mascèlla s. f. [lat. maxĭlla, dim. di mala «mascella»]. – 1. a. In anatomia, ciascuna delle due complesse strutture, generalm. ossee (cartilaginee nei pesci elasmobranchi), del cranio dei vertebrati gnatostomi, che delimitano la bocca, ne sostengono le parti molli e di solito ospitano i denti; sono costituite da una parte superiore più saldamente unita al cranio, e una inferiore mobile e articolata al neurocranio con un condilo per ciascuna delle due parti (negli uccelli, e anche in alcuni mammiferi – come l’ornitorinco – e rettili – per es. i testudinati –, sono rivestite di guaine cornee che formano il becco). Comunem. il nome comprende anche le ossa, i muscoli, i nervi, le altre parti che costituiscono le pareti della bocca e servono ad aprirla e a chiuderla: m. superiore o mascella, in senso proprio; m. inferiore, più propr. detta mandibola; m. forte, larga, volitiva. Spesso usato al plur.: far lavorare le m., mettere in azione le m., scherz., mangiare; sonar con le mascelle (Dante), battere i denti per il freddo. b. Per estens., si dà lo stesso nome ad alcune appendici cefaliche di diversi artropodi, molluschi, anellidi e rotiferi, formate da più pezzi mobili o articolati e variamente modificate in rapporto alle abitudini alimentari. 2. In usi fig., non com., con passaggio semantico analogo a quello di ganascia: a. Ognuna delle lamine di ferro che, nei fucili a pietra, stringevano la pietra focaia. b. Nei frantoi, ognuna delle due robuste piastre sagomate e rigate, di materiale duro (come ghisa formata in conchiglia oppure acciaio al manganese), una fissa e l’altra mobile, tra le quali viene preso il materiale da frantumare. c. Nell’attrezzatura navale, collare di ferro della trozza che collega all’albero il pennone delle vele più alte (gabbia volante, velaccio, ecc.), chiudendo la gola dell’apposito rinforzo (calaverna). ◆ Dim., poco com., mascellina, mascellétta; accr. mascellóna, e mascellóne m.