materializzare
materialiżżare v. tr. [dal fr. matérialiser, der. di matériel «materiale»]. – 1. a. Rendere materiale, concreto, sensibile, conferire cioè (a un ente spirituale o ideale) natura e qualità fisiche, o concepire, considerare, rappresentare in forma materiale, corporea: m. un’idea; m. nella figura di Niobe il sentimento del dolore materno; non c’è cosa più spirituale del sentimento né più materiale della ragione, giacché il raziocinio è un’operazione matematica dell’intelletto, e materializza e geometrizza anche le nozioni più astratte (Leopardi); l’idea di m. la divinità e di figurarsi l’Ente supremo in carne ed ossa ... è radicata in ogni classe di devoti (Fucini). b. Nell’intr. pron., materializzarsi, assumere natura e forma corporea, sensibile, di figura umana, animale o anche di oggetto inanimato (per es., in narrazioni mitologiche, nelle favole e nella letteratura fantastica, nella parapsicologia), da parte di entità soprannaturali o trascendenti: poteva l’anima d’un trapassato tornare per un istante a «materializzarsi», a venire a stringergli la mano? (Pirandello). Per estens., acquistare concretezza, prendere corpo, realizzarsi: la questione, il progetto si sta materializzando. In fisica, detto dell’energia che si trasforma in materia (v. materializzazione). 2. Ridurre a un fatto esclusivam. materiale, cioè esteriore, privo di qualità ideali, spirituali: m. gli atti del culto. ◆ Part. pass. materialiżżato, anche come agg.: un’idea materializzata; aspirazioni materializzate nel sogno, nella fantasia, che nel sogno o nella fantasia acquistano una apparente concretezza.