maturazione
maturazióne s. f. [dal lat. maturatio -onis, der. di maturus «maturo»]. – 1. In botanica, processo che porta al completo sviluppo del frutto: venire, giungere a m.; m. tarda, precoce; m. fisiologica, quella che coincide con la completa formazione dell’embrione nel seme (distinta dalla m. industriale o economica o, per alcuni prodotti, merceologica, quella corrispondente allo stadio richiesto da esigenze del commercio). 2. In relazione ai sign. estens. e fig. del verbo maturare: a. M. degli elementi germinali, in biologia, denominazione delle ultime fasi della formazione dei gameti, spec. quelle caratterizzate dalle divisioni meiotiche, che per questo vengono dette divisioni maturative. b. M. di un ascesso, il completamento del processo suppurativo. c. In etologia, la comparsa di moduli comportamentali innati che si verifica in particolari fasi dello sviluppo individuale e che non deriva dall’apprendimento legato ad esperienze precedenti. d. M. degli interessi, processo di formazione del diritto alla corresponsione degli interessi, connesso con il decorso del tempo; m. del reddito, la sua formazione; m. dei capitali, ammortamento degli stessi e quindi ricostituzione del loro valore iniziale. 3. Denominazione di processi di varia natura, consistenti nella permanenza di certi materiali o sostanze in determinate condizioni ambientali per un tempo più o meno lungo, che ha lo scopo di conferire alle sostanze stesse particolari proprietà. In partic.: a. In metallurgia, processo di precipitazione di una fase da una soluzione solida soprasatura, previamente sottoposta a tempra, che avviene o a temperatura ambiente (m. naturale) o ad alta temperatura (m. artificiale). È sinon. di invecchiamento, usato soprattutto con riferimento alle leghe non ferrose. b. Nella tecnica fotografica, complesso di operazioni a cui si sottopongono le emulsioni fotografiche per provocare un ingrossamento dei granuli di bromuro d’argento e quindi un aumento della sensibilità. c. Nell’industria casearia, m. dei formaggi, complesso di trasformazioni biochimiche, subìte dalla caseina del formaggio durante la sosta delle forme nei magazzini dei caseifici, che conferiscono all’alimento un sapore caratteristico. d. Nell’industria tessile, grado o indice di m., quello che una fibra vegetale possiede in rapporto allo stato di maggiore o minore maturazione del vegetale da cui viene ricavata.