maxi-opera
(maxi opera), s. f. Grande opera, opera pubblica di grande portata, che comporta l’impiego di ingenti risorse economiche. ◆ Sono i «grandi lavori» le principali vittime della frenata delle gare d’appalto rilevata all’inizio del Duemila. La flessione del 48% degli importi promossi a gennaio (rispetto a dicembre del ’99) ha avuto ripercussioni particolarmente negative sul segmento delle maxi-opere che hanno fatto registrare una forte battuta d’arresto. (Sole 24 Ore, 16 febbraio 2000, p. 19, Edilizia e Territorio) • [tit.] Manovra per la crescita economica / Via libera alle maxi-opere, anche al ponte sullo Stretto / Ok a 29 progetti, quattro interessano l’Italia: la Berlino-Palermo, il tunnel del Brennero, la Lione-Torino [testo] «Via libera» dei premier Ue all’iniziativa europea per consolidare la crescita economica. […] Di fatto, si è aperta la strada alla realizzazione delle maxi-opere nei settori dei trasporti ferroviari e stradali, delle telecomunicazioni e della ricerca scientifica. «Per la prima volta, su proposta della presidenza italiana subito fatta propria dalla Commissione europea, è stata varata una manovra di politica economica a livello europeo» ha dichiarato Silvio Berlusconi nel darne l’annuncio. (Messaggero, 13 dicembre 2003, p. 5, Primo piano) • [tit.] I cantieri delle grandi opere rilanciano il comparto edile / Nell’ultimo anno sono stati investiti oltre 23 milioni di euro con un incremento di valore del 6,3% / Il 23,9% degli appalti riguarda le «maxi opere» con un importo unitario superiore ai 100 milioni (Adige, 22 febbraio 2006, p. 16, Speciale Edilizia).
Composto dal confisso maxi- aggiunto al s. f. opera.
Già attestato nella Repubblica del 10 febbraio 1990, p. 44, Economia.