Mcjob
(Macjob, McJob), s. m. Lavoro scarsamente qualificato nei settori della ristorazione e dei servizi in genere. ◆ Negli Usa, le potenti forze della rivoluzione tecnologica, innestate sulla duttilità del mercato del lavoro, consentono di coniugare forti aumenti della produttività e corposi guadagni occupazionali (che un tempo venivano bollati come Macjobs). (Sole 24 Ore, 2 marzo 2000, p. 1, Prima pagina) • Spesso i ragazzi della «X-Generation», che qualcuno ha descritto come «giovani carini e disoccupati», finiscono nelle maglie del lavoro interinale, o del «McJob». Si difendono spiegando che si sono formati in un periodo di recessione oltre che di pessimismo (divorzi, Aids, buco nell’ozono, droga) (Goffredo Buccini, Corriere della sera, 27 settembre 2001, p. 16, Cronache) • La multinazionale degli hamburger è partita all’attacco contro la definizione negativa che l’Oxford English Dictionary dà del termine «Mcjob», noi diremmo Mclavoro, ovvero lavoro «stile McDonald’s»; e la vicenda è finita ieri sulla prima pagina del più autorevole quotidiano finanziario europeo [il Financial Times]. […] Il termine «Mcjob», reso popolare dallo scrittore Douglas Coupland nel 1991 con il romanzo «Generazione X», si diffuse negli anni Ottanta in America in un momento di crisi economica, quando i posti di lavoro qualificati e ben pagati persi dai «colletti blu» nelle fabbriche venivano in parte compensati da assunzioni part-time mal retribuite nell’industria dei servizi. (Enrico Franceschini, Repubblica, 21 marzo 2007, p. 34, Cronaca).
Espressione ingl. composta dal nome commerciale McDonald’s e dal s. job (‘lavoro, occupazione’).
Già attestato nella Stampa del 13 giugno 1992, Tuttolibri, p. 3 (Bruno Ventavoli).