meccanica
meccànica s. f. [dal lat. tardo mechanĭca, gr. μηχανική (τέχνη), dall’agg. μηχανικός: v. meccanico]. – 1. a. Nella suddivisione tradizionale della fisica, la disciplina che studia le leggi del moto dei corpi, a sua volta suddivisa in cinematica (che si limita alla definizione degli elementi che consentono di descrivere rigorosamente il moto e di classificarne i varî tipi), dinamica (che studia le leggi del moto dei corpi in quanto soggetti all’azione di forze, e quindi la natura delle forze stesse), statica (che tratta delle condizioni in base alle quali un corpo, o un sistema di corpi, è in equilibrio sotto l’azione di forze interne o esterne e di reazioni vincolari). b. Nella storia della scienza, m. classica (o m. newtoniana), quella formulata (1687) da I. Newton, e basata sui concetti di massa e forza (v.), nonché sul valore assoluto delle determinazioni di spazio e tempo: essa consente di formulare leggi del moto valide senza restrizioni per qualsiasi corpo mobile: la sua esplicitezza e coerenza le hanno meritato il nome di m. razionale, e su un piano di alta generalità e astrattezza quello di m. analitica, nel cui ambito si può descrivere il comportamento di sistemi complessi in funzione di determinati parametri. Gli sviluppi subìti nel nostro secolo dalla concezione dell’universo fisico e degli eventi che in esso si verificano, hanno determinato il passaggio dalla m. classica alla m. relativistica che, in base alla teoria della relatività, fa dipendere le masse dei corpi dalle loro velocità, considera la velocità della luce come il limite superiore di ogni velocità fisica, e postula l’equivalenza tra massa ed energia. Ma lo studio dei sistemi atomici e subatomici ha portato alla formulazione della m. quantistica, che rivendica l’influenza dei procedimenti di misura sui valori delle misurazioni effettuate e l’indeterminazione (principio di indeterminazione) delle grandezze tra loro collegate, come posizione e velocità, preferendo affidarsi a schemi evolutivi di carattere probabilistico (m. ondulatoria) o a rappresentazioni delle variabili dinamiche del sistema (m. delle matrici). La m. statistica – nella duplice versione, classica e quantistica – si propone di collegare lo stato macroscopico di un sistema con i valori delle grandezze meccaniche dei singoli elementi. c. Con riferimento alla natura dei corpi trattati, si parla di m. del punto materiale, dove i corpi sono considerati punti geometrici dotati di massa, m. del corpo rigido, soggetto a moti traslatorî e rotatorî, m. dei sistemi continui, dove la materia si suppone distribuita con continuità, m. dei corpi elastici, e m. dei fluidi. Con riferimento a determinati ambiti fenomenici e forze, si parla di m. celeste, per i corpi celesti soggetti alla forza gravitazionale, di m. non lineare, di m. ereditaria e di m. impulsiva (v. ai singoli aggettivi). In contrapp. alla meccanica intesa come branca della fisica teorica e sperimentale, si parla inoltre di m. applicata e, in partic., di m. applicata alle macchine (che è lo studio delle macchine da un punto di vista cinematico e dinamico) o di m. applicata alle costruzioni (che ha per oggetto lo studio di strutture, edifici, ecc.). 2. Attività tecnologica intesa alla costruzione e manutenzione di macchine e meccanismi costruiti secondo i principî della meccanica applicata: i perfezionamenti della m.; occuparsi, interessarsi, dilettarsi di m.; m. di precisione. 3. Complesso di macchine impiegate in una determinata attività, o necessarie a conseguire un certo scopo, e anche lo studio di progettazione e d’impiego di esse: la m. di un’officina, di un cantiere; m. agraria, che ha per oggetto lo studio e l’impiego delle macchine agricole. 4. a. Modo con cui si svolgono determinati fatti o fenomeni naturali in relazione alle forze che li producono e alle leggi che li governano, nonché i settori della scienza che studiano questi fenomeni: m. dei terreni o m. del suolo, che considera il naturale comportamento dei terreni per trarne norme razionali per opere di scavo, fondazioni e sim.; m. dello sviluppo, traduz. del ted. Entwicklungsmechanik, espressione con cui W. Roux designò (nel 1888) un nuovo indirizzo degli studî embriologici, che adotta l’esperimento come metodo di analisi dei fenomeni dello sviluppo embrionale, indirizzo oggi preferibilmente designato con l’espressione embriologia sperimentale. Con sign. affine, la parola è usata per indicare lo svolgimento di determinate funzioni fisiologiche, anche con riferimento agli organi che a queste funzioni presiedono: m. della respirazione o respiratoria, m. della digestione, ecc. b. Comportamento, funzionamento di un determinato meccanismo, e il complesso di organi meccanici da cui il funzionamento stesso è determinato: la m. di un motore a scoppio, di un orologio, di un giocattolo. c. fig. Modo con cui si succedono, si svolgono, si sviluppano i singoli momenti di un fatto complesso: la m. di un ragionamento; ricostruire la m. di un delitto, di un incidente; analizzare la m. di un romanzo, di un film. 5. Con sign. concreti: a. Congegno, meccanismo, e più genericam. le parti meccaniche che danno il movimento a un veicolo, a un impianto, a uno strumento complesso: fare controllare la m. della propria autovettura; fermarsi per un guasto alla m.; avere problemi, avere noie alla m.; cambiare la m. di un orologio a pendolo. b. Nel pianoforte e in strumenti analoghi (armonium, ecc.), l’insieme dei congegni che trasmettono al corpo vibrante l’impulso dato dalla mano dell’esecutore. c. Nell’industria tessile, il complesso di organi che nel telaio presiedono al movimento dei licci. d. Il freno a mano di carretti e carrozze, detto anche martinicca.