mediazione
mediazióne s. f. [dal lat. tardo mediatio -onis, der. di mediare; v. mediatore]. – 1. a. Azione esercitata da una persona (o anche da un ente, un’associazione, una collettività, una nazione) per favorire accordi fra altre o per far loro superare i contrasti che le dividono: offrire, accettare, esercitare la m.; tentare una m.; la m. delle Nazioni Unite nel conflitto arabo-israeliano; la m. tra datore di lavoro e lavoratori; la vertenza è stata risolta con la m. dei sindacati. b. Nel linguaggio teologico, in senso pieno, la funzione e l’opera di Gesù Cristo in quanto unisce nella sua persona la natura divina e la natura umana, e con la sua passione e morte ha redento l’uomo dal peccato riconciliandolo con Dio; mediatrice è anche detta con attributo speciale Maria Vergine, in quanto intercede presso Dio al fine di ottenere grazie per gli uomini e in quanto corredentrice. 2. a. Con sign. più tecnico, nel diritto, attività svolta da una persona (il mediatore) nel porre in relazione due o più persone interessate alla conclusione di un affare o di un contratto e nell’assisterle nel corso delle trattative, con l’intento che esse raggiungano un accordo e quindi procedano al perfezionamento del contratto che dell’accordo segni la consacrazione giuridica. b. La provvigione che rappresenta il compenso dell’opera svolta dal mediatore (che, se non è stabilita in anticipo dalle parti, viene determinata in base alle tariffe professionali o agli usi, o, in mancanza di questi, dal giudice secondo un criterio di equità). Affare franco di mediazione, formula con la quale si stabilisce a priori che in una trattativa in corso non sarà versata alcuna provvigione al mediatore. 3. In filosofia, con riferimento alla funzione che il termine medio (comune ad entrambe le premesse) svolge nel sillogismo, l’atto logico che permette di giungere ad asserzioni certe, dotate di evidenza razionale, mediate, cioè ottenute a partire da asserzioni di evidenza immediata. Con sign. specifico, nella filosofia hegeliana, il secondo momento del processo dialettico, cioè la negazione intesa come momento non solo logico ma anche reale che supera l’empiria e produce la sintesi, cioè il passaggio alla negazione della negazione. 4. In neurofisiologia, il meccanismo chimico a livello delle sinapsi, o di strutture equivalenti (placche motrici), che assicura la trasmissione dell’impulso nervoso: m. chimica; in partic., m. adrenergica, colinergica, ecc.