medicare
v. tr. [dal lat. medicare, der. di medĭcus «medico2»] (io mèdico, tu mèdichi, ecc.). – 1. Eseguire su una parte del corpo il trattamento terapeutico locale adatto a proteggere tessuti lesionati e a favorirne la cicatrizzazione o in genere i processi riparativi (v. medicazione): m. una ferita, una contusione, un ascesso; farsi m. un dito, un dente, un orecchio; anche riferito alla persona: m. i feriti; m. un paziente operato. 2. estens. Trattare con aggiunta di sostanze antisettiche o medicamentose: m. il vino, aggiungervi sostanze che ne modifichino e migliorino le qualità (cioè il sapore, l’aroma, ecc.); m. l’olio, in preparazioni farmaceutiche. 3. Raro e ant. come sinon. di curare: m. un malato; in senso fig., recare rimedio a un male spirituale o morale, correggere, emendare: m. il dolore, la tristezza; m. i proprî difetti; mali che difficilmente possono essere medicati. ◆ Part. pres. medicante, anticam. usato come s. m., nel sign. di medico o per indicare, più genericam., chi cura, chi fa le medicazioni: la ignoranza de’ medicanti (Boccaccio); ai medicanti Commessane la cura, il re cretese Da quella tenda si partia (V. Monti). ◆ Part. pass. medicato, anche come agg., soprattutto nel sign. 2 del verbo: palle di metallo o di legno traforate, con dentro spugne inzuppate d’aceti medicati (Manzoni); vino medicato; cotone idrofilo, cerotto medicato; soluzione medicata; olî medicati, preparazioni farmaceutiche ottenute sciogliendo nell’olio di oliva sostanze di natura diversa (vegetale, minerale, animale).