megafonata
s. f. (iron.) Discorso urlato attraverso il megafono. ◆ E il governo presentò il Documento di programmazione economica e finanziaria. Acido, l’onorevole Antonio Marzano di Forza Italia commenta il fatto che la presentazione avvenga prima con le forze sociali (sindacati e Confindustria): «Continua il vezzo di far fare anticamere alla Camera». Sul merito osserva che al di là delle «megafonate dei sindacalisti», i contenuti restano ancora tutti da chiarire, «non vorremmo che larga parte della manovra consistesse nella solita lotta all’evasione». (Foglio, 10 aprile 1998, p. 1, Prima pagina) • Pensate quello che volete delle megafonate di Nanni [Moretti], della vis assembleare di Pancho [Pardi], del bagno di folla di [Paolo] Flores [d’Arcais], dei girotondi di barbe e occhiali. Ma la verità è che non ci si divertiva così tanto da un bel pezzo. (Michele Serra, Repubblica, 27 febbraio 2002, p. 16, Commenti) • Colpiva piuttosto l’esiguità dei giovani contestatori e la simmetrica abbondanza dei giornalisti che, nell’occupazione soft del Rettorato, rischiavano di intervistarsi l’un l’altro. Gli zainetti sull’enorme tavolone del Senato accademico, il polveroso stendardo accademico, la megafonata d’antan alla finestra, la pendola scarica o rotta, un paio di ragazzi-capetti molto gentili e preparati, (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 16 gennaio 2008, p. 7).
Derivato dal s. m. megafono con l’aggiunta del suffisso -ata2.