melma
mélma s. f. [dal got. melma]. – 1. a. Fanghiglia, terra intrisa d’acqua, molle, attaccaticcia e impalpabile, che si trova spesso sul fondo di fiumi o paludi, o è lasciata come deposito da alluvioni, piene e sim.: uno strato di m.; dopo il nubifragio le strade erano coperte di m.; si affondava nella m. fino al ginocchio. b. In geologia, sedimento marino costituito da finissimi detriti terrigeni o da resti di gusci e scheletri di foraminiferi (m. a globigerine, a radiolarî, a diatomee): m. azzurra, di origine detritica e di colore azzurro grigiastro a causa del solfuro di ferro diffuso in essa allo stato di estrema suddivisione; m. rossa, comune spec. nelle regioni tropicali, colorata in rosso dall’ossido di ferro; m. verde, che deve il suo colore a un abbondante contenuto in noduli di glauconite. M. fetide (o sapropeliti), fanghi organogeni depositatisi in acque stagnanti, contenenti notevoli percentuali di sostanze organiche in putrefazione, dalla cui alterazione derivano combustibili quali torbe e carboni sapropelitici. 2. In alcune espressioni, il termine acquista talvolta il sign. fig. di «situazione equivoca e sgradevole, ambiente corrotto e invischiante», e sim.: affondare nella m.; siamo nella m. fino al collo; rimescolare la melma.