melodia
melodìa s. f. [dal gr. μελῳδία der. di μελῳδέω «cantare», comp. di μέλος, (v. melos) e ᾠδή «canto»; lat. tardo melodĭa]. – 1. a. Successione di suoni animata dal ritmo e regolata da leggi strofiche così da acquistare contorni, fisionomia e senso proprî: m. vocale o strumentale, secondo che sia eseguita dalla voce umana o da uno strumento musicale. Nel linguaggio corrente, s’intende per lo più la parte di una composizione musicale che costituisce il canto, il motivo fondamentale, come successione lineare di suoni che, accompagnata da altri suoni secondo regole determinate, è la base dell’armonia: una dolce, fresca, soave, mesta m.; m. facile, orecchiabile; una monotona m.; le m. verdiane, pucciniane; brano ricco, povero di melodia. b. Componimento musicale di carattere prevalentemente melodico: melodie per canto e piano; una m. per violino solo; cantare, suonare, eseguire una melodia. 2. estens. Dolcezza, soavità di suono, sia di strumenti musicali sia della voce umana o del canto degli uccelli, e anche di componimenti poetici, nella ritmica cadenza delle sillabe e nella piacevole successione degli elementi fonici nel verso, e in senso fig. il soave incanto dei suoni o anche di alcuni aspetti della natura: la m. di un violino; la tremula m. dei mandolini; la carezzevole m. di una voce femminile; il secreto usignolo entro le fronde Empie il vasto seren di melodia (Carducci); versi pieni di m.; la m. d’un ruscello.