membrana
s. f. [dal lat. membrana, der. di membrum «membro»; propr. «pelle che copre le membra»]. – 1. Formazione macroscopica, varia per origine, struttura e funzione, caratterizzata dalla prevalenza della superficie sullo spessore e avente la funzione di delimitare, rivestire e contenere parti di organismi viventi. In partic.: a. In anatomia, m. timpanica o del timpano, la particolare formazione che trasmette all’orecchio medio le vibrazioni provenienti dall’esterno; m. basilare, struttura dell’orecchio interno che costituisce la parete posteriore del dotto cocleare e riproduce le vibrazioni della membrana timpanica trasmettendole all’organo dell’udito; m. nittitante, in anatomia comparata, particolare membrana dell’occhio (v. nittitante). b. In istologia, m. basale o ialina, la membrana sottile e trasparente situata tra l’epitelio e lo strato connettivale sottostante (nella cute, nelle mucose, nelle ghiandole, ecc.); m. sinoviale, quella che riveste l’interno della capsula fibrosa che racchiude le articolazioni mobili; m. sierosa, lo stesso che sierosa (v.). c. In zoologia, m. alare, altro nome del patagio; m. interdigitale, quella che unisce le dita anteriori dell’arto posteriore di molte specie di uccelli acquatici, quali anatre, pinguini, ecc.; m. ondulante, sottile membrana che, nei protozoi flagellati tripanosomatidi, unisce il flagello al corpo del protozoo. 2. Pelle di animale trattata per uso scrittorio; sinon., ormai ant., nel linguaggio paleografico, di pergamena o cartapecora (anticam., m. di Pergamo). Anche, pelle di animale conciata che costituisce parte essenziale degli strumenti a percussione del genere del tamburo, detti perciò membranofoni. 3. Nel linguaggio della chimica, della fisica e della biologia, struttura permeabile o semipermeabile che regola il passaggio selettivo di soluti, solventi o particelle tra due soluzioni di caratteristiche diverse, o tra componenti cellulari o tra la cellula vivente e l’ambiente ad essa esterno. In partic.: a. In citologia, m. biologica, quella formata da un sottile strato bimolecolare lipidico (da 50 a 100 ångström di spessore) entro cui sono disposti complessi proteici, secondo una configurazione detta a mosaico fluido (v. mosaico2, n. 6) e precedentemente anche denominata m. unitaria: svolge funzione di barriera dinamica (regolando gli scambî al proprio interno e con l’esterno) ed è in grado di ricevere informazioni sia dall’interno sia dall’esterno (tramite i recettori di membrana); delimita sia la cellula vivente (m. cellulare o plasmatica o citoplasmatica, o plasmalemma) sia i suoi componenti interni, quali il nucleo (m. nucleare o carioteca), i mitocondrî (m. mitocondriale) e i plastidî, concorrendo alla formazione di strutture cellulari interne quali il reticolo endoplasmatico, l’apparato del Golgi, i vacuoli, i lisosomi e i tilacoidi. Nella cellula vegetale, oltre alla membrana cellulare è presente un ulteriore strato di rivestimento formato di cellulosa, detto più propriam. parete cellulare. b. Nella tecnologia chimica, operazioni con m. (o a m.), operazioni di separazione basate sull’impiego di speciali membrane, dette permselettive (solide o liquide, naturali o sintetiche, organiche o inorganiche) che presentano una permeabilità selettiva rispetto a specie molecolari o ioniche diverse; sono dette m. semipermeabili quelle permeabili al solvente e non al soluto. Le principali operazioni con membrana sono l’ultrafiltrazione, l’osmolisi inversa, la dialisi, l’elettrodialisi e la permeazione dei gas, nelle quali sono per lo più impiegate le m. sintetiche e, in partic., le m. microporose (dette anche ultrafiltri), costituite da un gran numero di piccoli canalicoli che attraversano tutto lo spessore, e le m. non porose compatte, in cui, a zone caratterizzate da grande ordine nella configurazione molecolare, si alternano zone amorfe costituite da segmenti polimerici dotati di un certo grado di mobilità. c. In chimica, elettrodo a membrana, elettrodo costituito da una membrana di materiale opportuno che, immersa in una soluzione contenente una determinata sostanza, assume un potenziale il cui valore è correlabile alla concentrazione della sostanza; per questo motivo gli elettrodi a membrana sono usati come sensori in chimica analitica. 4. Nella tecnica, il termine ricorre in ambiti diversi col sign. generico di lamina, dotata di proprietà elastiche: a. Nella scienza delle costruzioni, ogni sistema materiale a due dimensioni (lastre sottili, piane o curve) per il quale sia possibile trascurare la rigidezza a flessione e a torsione, in modo tale che gli sforzi interni (sforzi di membrana) siano in ogni punto contenuti nel piano tangente alla superficie media e, di conseguenza, le tensioni siano uniformemente ripartite sullo spessore e siano parallele al piano tangente. b. Negli apparecchi elettroacustici, la sottile lamina vibrante destinata alla trasduzione elettroacustica nei ricevitori telefonici e in varî tipi di microfono (microfoni a membrana). c. Nelle macchine, organo elastico costituito da una lamina di metallo o di materiale facilmente deformabile, che costituisce una parete rigida di un recipiente contenente un fluido in pressione; le deformazioni della membrana, dovute a variazioni della pressione nel recipiente o a quella del mezzo esterno, sono sfruttate per misurare tali variazioni di pressione (come, per es., in alcuni tipi di manometri e di trasduttori manometrici); oppure le deformazioni sono provocate da apposito organo di comando, che genera nel recipiente un alternarsi di compressioni e di depressioni simili a quelle generate nello stantuffo di una pompa. ◆ Dim. membranétta, membranèlla (v.), membranina, membranùccia.