memento
v. lat. [imperat. di meminisse «ricordare», quindi: «ricòrdati!»]. – 1. Usato come s. m., nome (dalla parola iniziale) di due preghiere che fanno parte del canone della messa in latino: una all’inizio del canone (la Commemoratio pro vivis che comincia «Memento, Domine, famulorum famularumque tuarum»), e una dopo la consacrazione (la Commemoratio pro defunctis: «Memento, etiam, Domine, famulorum famularumque tuarum qui nos praecesserunt cum signo fidei, et dormiunt in somno pacis»). Per estens., il punto della messa in cui il sacerdote recita tali preghiere: la messa è al memento. 2. Per influenza dell’uso ecclesiastico, la parola è talora adoperata (oggi raramente) sia come verbo, nel sign. proprio, «ricòrdati» (hai un debito con me, memento!; la riunione è fissata per domani, e nessuno deve mancare: memento!) sia come s. m., col sign. di «appunto scritto, promemoria» (dare, lasciare, consegnare un m.), o con quello, scherz., di «rimprovero, punizione che lascia un ricordo duraturo» (dare, lasciare un m. a qualcuno). Abbastanza com. anche la frase memento mei «ricòrdati di me», sia per raccomandarsi piamente alle preghiere di qualcuno, sia, più spesso, per dirgli di non dimenticarci, o di darci quell’aiuto concreto e materiale che da lui ci aspettiamo. 3. Memento homo quia pulvis es, et in pulverem reverteris ‹...pùlverem revertèris› («ricòrdati, uomo, che sei polvere, e in polvere ritornerai»): parole che il sacerdote cattolico pronuncia imponendo sul capo dei fedeli la cenere durante la messa della Feria IV delle Ceneri, in ricordo delle parole con cui Dio formulò ad Adamo, dopo il peccato, la sua condanna al lavoro nel dolore e alla morte (Genesi III, 19); da esse fu poi dedotto anche il motto dei frati trappisti, memento mori «ricòrdati che devi morire». La frase, nella forma abbreviata memento homo, è usata talvolta in contesti non religiosi, come esortazione a ricordare la fugacità della vita e dei suoi piaceri, nonché l’ineluttabilità della morte e del giudizio in cui ognuno dovrà rendere conto a Dio del proprio operato. Popolarmente, come s. m. e con lo stesso sign., o con quello più generico di ammonimento, severo monito, è in uso la forma mementòmo, in frasi come dire, recitare il mementomo.