mendico
mendìco agg. e s. m. [dal lat. mendīcus, der. di mendum «difetto»] (pl. m. -chi, ant. -ci). – 1. agg., letter. a. Estremamente povero e indigente: divenuto non solamente povero ma m. (Boccaccio); un dì vedrete Mendico un cieco errar sotto le vostre Antichissime ombre (Foscolo, con riferimento a Omero); ridursi m.; meno com. in funzione attributiva, in frasi quali gente m. o sim. b. In senso fig.: Il mio amato tesoro [Laura] in terra trova, Che m’è nascosto, ond’io son sì m. (Petrarca); anche col sign. estens. di privo, mancante: Amor, m. del più degno senso (L. Gianni), privo cioè della vista, cieco; Facendo voi d’ogni suo ben mendici (Machiavelli); Del mio solo conforto allor mendico (Leopardi). 2. s. m. Persona costretta a chiedere l’elemosina per vivere (il femm. mendica è raro, e sostituito in genere dal più com. mendicante): un vecchio m.; un povero m.; Per lui fia trasmutata molta gente, Cambiando condizion ricchi e mendici (Dante).