mentalese
s. m. Il linguaggio della mente, della rappresentazione mentale di oggetti e concetti. ◆ Gli utensili in pietra sono l’archivio della preistoria. Dal modo in cui sono fatti si deducono interessanti ipotesi. Sono insomma così importanti che Alberto Salza, antropologo di Torino, si è cimentato nella fabbricazione di un’amigdala, il «bifacciale» inventato dagli ominidi africani e ora trovato anche in Cina. Arrivando a una conclusione imprevista. […] «A monte del linguaggio ci deve essere un sostrato cognitivo, tant’è vero che un autore americano parla in proposito di “mentalese”, intendendo che prima di pronunciare parole con la bocca occorre imparare a parlare nel cervello. L’amigdala è un ottimo strumento di costruzione del “mentalese”». (G[iovanni] M[aria] P[ace], Repubblica, 3 marzo 2000, p. 33, Cultura) • [tit.] Anche il pensiero ha una sua grammatica, si chiama «mentalese» [testo] Si torna a parlare dell’intelligenza artificiale, il cosiddetto «mentalese». Il vocabolo è costruito secondo lo schema di alcune lingue straniere, come l’inglese o il francese. Analogamente il mentalese vuole indicare il linguaggio della mente, così come il francese indica il linguaggio della Francia. (Armando Plebe, Libero, 18 giugno 2006, p. 31).
Derivato dall’agg. mentale con l’aggiunta del suffisso -ese.
Già attestato nel Corriere della sera del 12 ottobre 1992, p. 8, Terza pagina (Cinzia Fiori).