mento
ménto s. m. [lat. mentum]. – 1. a. In anatomia, la parte antero-inferiore della faccia, situata al di sotto del labbro inferiore, formata dalla protuberanza mentoniera del corpo della mandibola, il cui punto più sporgente (detto punto mentoniero) costituisce uno dei più importanti punti craniometrici: m. largo, tondo, aguzzo, sporgente; la fossetta del m.; l’ha colpito dritto sul m., un colpo solo, un’esecuzione, tra gli ululati selvaggi della platea (Marco Lodoli); m. volitivo, di forma piuttosto quadrata, considerato segno di forza di carattere; doppio m., rigonfio formato sotto il mento da depositi di grasso; ha appena pochi peli sul m., di adolescente a cui comincia a spuntare la barba; l’onor del m., nota metafora barocca per indicare la barba, oggi usata spesso in tono scherz.; stare col m. appoggiato a una mano, col m. fra le mani, in atteggiamento di chi si raccoglie col pensiero o vuole concentrare l’attenzione; stare col m. in fuori, col m. in su, levare alto il m., di chi guarda in alto, o anche mostra curiosità. b. Per estens., la parte corrispondente del muso degli animali: il m. del cavallo, del cane; il m. peloso della capra; Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e ’l gozzo (Dante). c. In zoologia, parte del labio degli insetti ortotteri, derivata dalla fusione degli stipiti. 2. In ostetricia, il termine è usato come primo elemento di locuz. composte che fanno riferimento sia alla posizione del feto che si presenta di faccia rispetto ai diametri del bacino materno (posizione m. anteriore destra, o sinistra, posizione m. posteriore destra, sinistra), sia al diametro stesso della testa fetale (diametro m. bregmatico, diametro obliquo della testa fetale dall’apice del mento al bregma; diametro m. frontale, diametro verticale dal mento alla radice dei capelli; diametro m. sopranasale, diametro verticale dall’apice del mento alla radice del naso).