meraviglia /mera'viʎa/ (tosc. o lett. maraviglia) s. f. [lat. mīrabīlia, "cose meravigliose" (pl. neutro dell'agg. mīrabĭlis "mirabile, meraviglioso")]. - 1. [sentimento che si prova nel vedere, udire, conoscere una cosa straordinaria, strana o comunque inaspettata: ascoltare con m.; esclamazione di m.] ≈ sbalordimento, sorpresa, stupore. ‖ ammirazione, sbigottimento. ↔ disinteresse, freddezza, indifferenza. ● Espressioni: farsi meraviglia (di qualcosa) ≈ meravigliarsi, stupirsi; riempire di meraviglia ≈ meravigliare, stupire. ▲ Locuz. prep.: fig., iperb., a meraviglia [nel migliore dei modi: tutto va a m.] ≈ a gonfie vele, alla perfezione, benissimo, ottimamente, perfettamente. ↔ a rotoli, malissimo. 2. (estens.) a. [persona, cosa, situazione e sim. che desta grande ammirazione per la sua bellezza o altre qualità: il bambino è una m.; una m. di casa] ≈ amore, bellezza, delizia, incanto, splendore. ↑ fenomeno, portento. ↔ mostro, orrore, oscenità. ● Espressioni: che è una meraviglia [con funzione avverbiale, in modo magnifico, eccellente: il ragazzo cresce che è una m.] ≈ benissimo, magnificamente, meravigliosamente, splendidamente. ↔ malamente, malissimo, orribilmente. b. [al plur., parole che esprimono grande apprezzamento] ≈ complimenti, lodi, mirabilia. ↔ critiche. ● Espressioni: dire meraviglie (di qualcuno o qualcosa) ≈ elogiare (ø), esaltare (ø), lodare (ø), parlare bene. ↔ dire male, parlare male, sparlare. 3. (region.) [pianta erbacea delle nictaginacee, con fiori che si aprono la notte] ≈ bella di notte.