meridiano
agg. e s. m. [dal lat. meridianus, der. di meridies «mezzogiorno»]. – 1. agg. Di mezzogiorno: le ore m.; il sole m.; calore m.; il m. ozio dell’aie (Pascoli); lontana, entro ai riverberi m., spuntava una cima rocciosa (Buzzati). Per estens., chiaro, luminoso o ardente come il sole di mezzogiorno: migliaia di lampade spandevano intorno una luce m.; Qui se’ a noi meridïana face Di caritate (Dante); fig., dimostrare alla luce m., con evidenza assoluta, in modo irrefutabile. Con riferimento al meriggio della vita, Il demone m., traduz. ital. del titolo del romanzo (1914) Le Démon de midi di P. Bourget, ispirato al passo biblico (Salmi 90): non timebis ... ab incursu et daemonio meridiano «non temerai ... l’assalto e il demonio [cioè, per endiadi: l’assalto del demonio] meridiano». 2. s. m. a. In geometria, si dicono meridiani, di una superficie di rotazione, le curve, tutte uguali fra di loro, risultanti dall’intersezione della superficie stessa con un qualsiasi semipiano uscente dall’asse di rotazione; se la superficie è rappresentata da una sfera, s’intende per meridiano, nell’uso com., l’intera circonferenza massima (cerchio meridiano) costituita, in accordo con la definizione data sopra, da due meridiani opposti. b. In geografia astronomica: m. celeste (o m. astronomico, o semplicem. meridiano) di un luogo, il circolo massimo della sfera celeste passante per i poli celesti e per lo zenit del luogo stesso; si considera diviso in un m. superiore, semicircolo passante per i poli e lo zenit, e un m. inferiore o antimeridiano, passante per i poli e il nadir; il termine di meridiano indica anche il piano individuato da tale circolo: passaggio al m., il passaggio del centro di un astro per il meridiano (è sinon. di culminazione). M. terrestre (o geografico), in un determinato luogo, il semicircolo massimo che ha per estremi i poli e passa per il luogo dato: rappresenta l’intersezione del semipiano del meridiano superiore celeste con la superficie terrestre. M. fondamentale o m. zero, quello passante per la località di Greenwich, presso Londra, al quale vengono riferiti tutti gli altri e che serve quindi a determinare le longitudini. M. di Roma, il meridiano fondamentale usato ancora in alcune delle carte dell’Istituto geografico militare italiano, passante per l’osservatorio astronomico di Monte Mario a 12° 27′ 08″ a est di quello di Greenwich. In geofisica, m. magnetico, in un punto, la linea intersezione della superficie terrestre con il piano individuato dalla direzione del campo magnetico terrestre in quel punto e dalla verticale locale; in tale piano del m. magnetico si dispone un ago magnetico libero di orientarsi a piacere e la sua intersezione con il piano orizzontale locale è la linea sud-nord magnetica (tale fenomeno è alla base del funzionamento della bussola). 3. agg. Relativo al meridiano, ai meridiani. In partic.: a. Piano m. di una superficie rotonda è un piano passante per il suo asse longitudinale, e semipiano m. un semipiano uscente dall’asse; linea m., sinon. di meridiano s. m., e più specificamente la linea (detta anche assol. meridiana s. f.) che, in un dato luogo della sfera terrestre, individua la direzione del nord e del sud geografici. b. Con sign. analogo, nel linguaggio scient. e con riferimento a corpi globosi o ovali, sezione m., quella ottenuta facendo passare un piano meridiano per l’asse di rotazione; disposizione m., longitudinale, secondo cioè la disposizione dei meridiani. c. Cannocchiale m. (detto anche circolo o cerchio m., o telescopio m.), strumento astronomico di grande precisione usato per l’osservazione del passaggio degli astri al meridiano, e quindi per la misurazione dell’ascensione retta e della declinazione degli astri stessi. Per estens., osservazione m. degli astri, eseguita per mezzo del cannocchiale meridiano.