meritare
(poet. mertare) v. tr. [dal lat. meritare, der. di merĭtus, part. pass. di merere «meritare, acquistare, guadagnare»] (io mèrito, ecc.). – 1. a. Essere degno di avere, di ottenere, e sim. In genere ha senso positivo: m. lode, premio, ricompensa, gratitudine; meriterebbe un premio; meritò la lode di tutti; meriti tutta la mia comprensione; avrebbe meritato una sorte migliore; meritò la medaglia al valor civile; con soggetto di cosa: è un gesto che merita la più alta lode; ornata de l’alloro Che meritò la sua invitta onestate (Petrarca); la notizia merita piena fede (al contrario: una notizia che merita conferma, che non si può accettare senz’altro come sicura, e che perciò «attende, ha bisogno di» conferma). In altri casi ha significato «medio», ossia «neutro», e il complemento è allora costituito da cose spiacevoli in corrispondenza di un comportamento ritenuto colpevole o comunque non lodevole: m. biasimo; m. una punizione; m. l’inferno; io morrò sanza averlo mertato (Boccaccio); gli risposi come meritava, cioè in tono risentito, con parole dure o sim. Seguito da un infinito o da una prop. oggettiva: m. di ricevere, di conseguire; merita di essere stimato; l’opera merita che se ne faccia speciale menzione; meriterebbe di essere punito. Con la negazione, non essere degno di qualcosa: non merita la nostra pietà, la nostra indulgenza; è uno sciagurato, non merita nemmeno che se ne parli; o, al contrario, di punizioni o trattamenti giudicati immeritati: non merito davvero i tuoi rimproveri; non meritava d’essere cacciato così. Con uso impers., non merita, non ne vale la pena: è inutile parlarne, non merita davvero; non merita che tu perda tempo con lui; iron.: meritava proprio che ci affannassimo tanto! Determinando il grado del merito: m. poco, molto; lo merita cento, mille volte; m. di più, di meno; ho avuto sette nel compito, ma meritavo molto di più. Con valore causativo, rendere degno di qualcosa: la sua volontà gli ha meritato questa bella soddisfazione; la sua onestà gli merita la stima di tutti; in questo sign. raramente ha per oggetto una persona: chi non mi vuole non mi merita, frase proverbiale con cui si mostra di sdegnare chi non si cura di noi. b. Con accezione partic., nella teologia cattolica, ottenere, acquistare per proprio merito: con la sua morte, Gesù Cristo ha meritato la redenzione del genere umano, formulazione dogmatica del «merito» di Cristo redentore. c. Molto frequente nel linguaggio fam. la forma con la particella pron. meritarsi, cioè meritare per sé: sei stato bravissimo e un premio te lo meriti; ti meriteresti uno scapaccione; si meriterebbe che nessuno gli parlasse più; è tenuto nel conto che si merita; ha avuto ciò che si meritava; ogni popolo ha i governanti che si merita; te lo meriti!, te lo sei proprio meritato!, ti sta bene!; con oggetto indeterminato: te le meriteresti proprio, le botte; mi dispiace ma se l’è meritata, la punizione che ha avuto, la sorte che gli è capitata e sim.; e ora che cosa ti meriteresti?, rivolgendosi a chi ha fatto qualche danno o qualche birichinata. d. Nell’uso fam., ha talvolta il sign. di «valere», con riferimento al valore intrinseco di un oggetto in rapporto al prezzo: m’ha chiesto 800 euro per quel quadro, ma non merita tanto; l’ho pagato più di quanto merita. 2. letter. Usato assol., acquistare merito, soprattutto in senso morale o religioso: l’anima umana è capace di m., perché libera (Tommaseo). Più com. l’uso intr., nella locuz. ben m. di qualcuno, rendersi benemerito di lui, operare in modo da recargli utilità o da meritare la sua riconoscenza: ha ben meritato di noi, della patria, della società; con lo stesso senso, anche senza l’avv. bene: S’io meritai di voi mentre ch’io vissi, S’io meritai di voi assai o poco Quando nel mondo li alti versi scrissi (Dante). 3. ant. a. Rimunerare, ricompensare (cfr. il più com. rimeritare): e poi la meritò grandemente (Novellino); per la sua ineffabile cortesia, la quale è oggi meritata nel grande secolo (Dante), è cioè premiata nella vita eterna. b. M. il denaro, una somma, o assol. meritare, mettere a frutto un capitale, dar denaro a interesse, o anche calcolarne gli interessi. ◆ Part. pass. meritato, usato anche come agg. (v. la voce).