meta-
mèta- [dal gr. μετά «con, dopo», in composizione μετα- (con i sign. di cui al n. 1 a)]. – 1. Prefisso di molte parole composte derivate dal greco o formate modernamente (anche nella terminologia lat. scient.), che indica in genere: a. Mutamento, trasformazione (per es., metamorfosi, metamorfismo, metafonesi, metaplasia, metacromasia, ecc.); trasposizione (metatesi, metastasi); trasferimento (metafora, metempsicosi), e simili. b. Partecipazione, affinità, con più precise accezioni nelle diverse discipline; per es. in mineralogia, dove i nomi con meta- (metaclorite, metacinnabarite, ecc.) designano per lo più minerali imparentati con quelli designati dal nome cui il prefisso è aggiunto. c. Successione, posteriorità, sia in senso locale («che vien dietro o dopo, situato posteriormente»), come in alcuni termini di anatomia e zoologia (metacarpo, metatarso, metatalamo, metasoma, metatorace), sia in senso temporale, per indicare un fenomeno che si manifesta in fasi successive (per es., metameria), o un fatto che sia seguente o conseguente a un altro (per es., in medicina, metapneumonico, metasifilide). In varî rami delle scienze biologiche, al concetto della successione nel tempo si unisce quello di un’evoluzione maturativa, di uno sviluppo più avanzato o più complesso, di una organizzazione superiore, oppure serve a indicare (in correlazione con proto- e meso-) l’ultimo di tre stadî progressivi; così in metanefro, metamielocito, metazoi, metaclamidee, ecc. d. Infine, per influenza del termine metafisica, erroneamente interpretato come «scienza di ciò che trascende le cose naturali» (mentre il sign. originario è «trattazioni posteriori a quelle circa la natura», gr. τὰ μετὰ τὰ ϕυσικά), il prefisso ha acquisito il valore di trans- ed è stato adottato in età moderna per designare scienze o forme di considerazione teorica, concernenti zone di realtà analoghe a quelle che sono oggetto della scienza al cui nome meta- è premesso, ma giacenti comunque al di là dei loro confini (v. metalinguaggio, metamatematica, metapsichica, metastoria, ecc.). 2. In chimica è usato con sign. diversi, e cioè per indicare: a. Un composto che sia una forma polimerica o, comunque, più complessa di quella al cui nome si aggiunge: per es., metaldeide, metaproteina. b. Di due acidi ottenuti dallo stesso ossiacido con quantità differenti di acqua, quello che è meno idrato, come, per es., l’acido metafosforico (HPO3) rispetto all’acido ortofosforico (H3PO4); lo stesso prefisso si conserva nella nomenclatura dei sali derivati da tali acidi. c. Nei composti organici del benzene, il derivato con due gruppi sostituenti in posizione 1 e 3. Con questo valore, il prefisso (che è spesso usato anche in funzione attributiva, nelle espressioni posizione meta, la posizione 1 e 3, e forma meta, l’isomero sostituito in tale posizione) si abbrevia di solito col simbolo m: così, metaxilene, abbrev. m-xilene, ecc. (nel presente Vocabolario la trattazione dei singoli metaderivati è fatta in genere sotto il nome del composto non sostituito: xilene, ecc.). d. In alcune voci, è forma abbreviata di metil-; così metallile vale metilallile, metacrilico è sinon. di metilacrilico.