mezzano
meżżano agg. e s. m. [lat. medianus, der. di medius «mezzo1»]. – 1. agg. a. Che è in mezzo (in senso fig.), di cosa che sta in mezzo fra il grande e il piccolo, fra il buono e il cattivo nel suo genere, o che in una gradazione qualsiasi occupa una posizione media: stoffa di qualità m.; pasta di m. grossezza (in questo senso anche sostantivato al plur., mezzani, mezzanelli, tipo di pasta bucata); di altezza, grandezza, età, statura m.; stile m., tra l’umile e il sublime: tutte le letterature ... ebbero ed hanno nella poesia più propriamente cantata certe forme di stile m., d’origine popolana, d’adozione borghese (Carducci); e con riguardo a condizione sociale, tra nobile e plebeo: della minuta gente, e forse in gran parte della m. (Boccaccio). In quasi tutti questi casi, è oggi molto più com. medio o la locuz. agg. di mezzo; ma soltanto mezzano in espressioni come il figlio, il fratello m., di età intermedia fra il maggiore e il minore. b. Con sign. più specifici: in agraria, terreni m., lo stesso che terreni di medio impasto (v. impasto2); in veterinaria, detto di ognuno dei quattro denti incisivi del cavallo, due per ogni mascella, a destra e a sinistra dei picozzi; in edilizia, mattone m. (anche come sost., mezzano), mattone a giusta cottura, resistente e poroso; nel linguaggio marin., vela m., v. mezzana. 2. s. m. (f. -a) Persona che è tramite fra due o più altre; intermediario, intercessore: farsi m., interporsi, fare da mediatore: la Scrittura ... chiama [Gesù Cristo] mediatore, perocché si fece m. fra Dio e l’uomo per mettere pace (Cavalca). Nell’uso odierno, la parola è ancora adoperata, in parte della Toscana, con il sign. generico di mediatore; altrove, e più comunem., solo con sign. pegg., per indicare chi con la sua opera facilita incontri amorosi, per lo più illeciti, sinon. quindi di ruffiano. 3. s. m. a. non com. Lo stesso che mezzanino, ammezzato. b. In zoologia, il terzo pugnale del palco ramoso dei cervi. c. Antica moneta del valore di mezzo denaro imperiale.