mezzogiorno
meżżogiórno s. m. [comp. di mezzo1 e giorno] (pl., raro, meżżogiórni). – 1. a. In geografia astronomica, l’istante (detto più propr. m. astronomico) della culminazione superiore del Sole in un dato luogo, cioè l’istante del passaggio del Sole al meridiano superiore di quel luogo; in partic., m. vero, se l’istante del passaggio è riferito al Sole vero, m. medio, se è riferito al Sole medio (la differenza tra i due varia durante il corso dell’anno, ma non supera i 17 minuti). M. civile, in un dato luogo, l’istante (corrispondente alle ore 12) in cui si ha il mezzogiorno medio al meridiano centrale del fuso orario al quale il luogo appartiene. b. Nel linguaggio com., il termine indica sempre il mezzogiorno civile (salvo correzione nei paesi in cui sia applicata l’ora legale): è m. in punto; mancano 10 minuti a m.; è m. e un quarto; talora con qualche approssimazione: ci rivedremo a m., verso m., dopo mezzogiorno. Anche i colpi dell’orologio che dànno il segnale del mezzogiorno, cioè delle ore dodici: l’orologio batte in questo istante m.; m. è suonato da un pezzo. 2. a. Punto cardinale, sinon. di sud (perché è la posizione in cui si vede il Sole nella sua culminazione superiore, da parte di chi è nell’emisfero nord): casa esposta a m., volta a m.; vento di m., o assol. mezzogiorno, il vento che spira da sud. b. Il settore meridionale di una regione geografica (dell’emisfero boreale) rispetto al suo settore centrale e settentrionale: il m. della Francia, dell’Europa. Per antonomasia, e come nome proprio, l’Italia meridionale: la questione, i problemi del M.; l’industrializzazione del M.; impiantare una fabbrica nel Mezzogiorno.