micropartito
(micro-partito), s. m. Partito politico di scarsa consistenza numerica. ◆ un sistema di voto che si fonda su un allucinante mercato delle vacche (lo scambio dei collegi e di desistenze tra una ventina di partiti), che si fonda a sua volta sul potere di ricatto dei micro-partiti sui loro fratelli maggiori, e che per di più deve anche inventare finti partiti (le liste civetta) per frodare la frode dello scorporo, un sistema cosiffatto è davvero fatto per disgustare tutti. (Giovanni Sartori, Corriere della sera, 10 maggio 2001, p. 1, Prima pagina) • «L’anomalia non sta nel Partito democratico, né in Forza Italia, ma nel permanere di tutti gli altri, e nel proliferare dei micropartiti personali», dice lo storico Gian Enrico Rusconi. (Foglio, 27 ottobre 2007, p. 1, Prima pagina) • Un po’ troppo propenso ai compromessi, paladino dei micro-partiti suoi alleati privilegiati, sospettoso di tutto, deciso a durare comunque: anche quando «durare» diventava sinonimo di «galleggiare». Ma forse il suo destino era segnato in ogni caso. (Stefano Folli, Sole 24 Ore, 25 gennaio 2008, p. 1, Prima pagina).
Composto dal confisso micro- aggiunto al s. m. partito.
Già attestato nella Repubblica del 16 luglio 1989, p. 7, Politica.
V. anche minipartito, subpartito.