mielista
agg. Relativo al modo di fare e di concepire il giornalismo, allo stile giornalistico di Paolo Mieli. ◆ si resterebbe dunque, a prima vista, basiti davanti agli articoli che, ogni quindici giorni, lo stesso Paolo Mieli va collezionando sulla «Stampa»: pagine che, arricchite da una nuova prefazione, l’editore Rizzoli presenta adesso in volume. Titolo «Le Storie La Storia». Cosa c’è mai al mondo di meno «mielista» di quelle ordinate colonne di caratteri, oggi illustrate dal pennino aguzzo di Matteo Pericoli? Cosa c’è di più lontano dalla definizione arguta di [Filippo] Ceccarelli? Un vecchio inviato di Mieli al tempo del Corsera scherza ancora: «Articoli come quelli, caro Paolo, mai li avresti pubblicati sui tuoi giornali». (Gianni Riotta, Stampa, 25 marzo 1999, p. 25, Società e Cultura) • Il neo-direttore del «Corriere della Sera» ha dichiarato che farà un giornale «severo» e meno «mielista» di quello che lui si inventò nel corso della sua prima direzione in via Solferino, impegnandosi in particolare a occuparsi meno della Tv e di Tv. (Sandro Curzi, Liberazione, 23 dicembre 2004, p. 22, Noi, loro & gli altri).
Derivato dal nome proprio (Paolo) Mieli con l’aggiunta del suffisso -ista.