migliaccio
migliàccio s. m. [lat. miliaceus, agg., «di miglio»]. – 1. Nome di varie preparazioni gastronomiche. In partic.: a. In origine, torta fatta di miglio o di sangue di maiale con miglio brillato (il termine acquistò poi sign. più generico: il Boccaccio, per es., nel Corbaccio parla di migliacci bianchi). b. Attualmente, spec. in Toscana e in qualche altra regione (Marche, Umbria, Romagna), vivanda fatta con sangue di maiale misto a varî altri ingredienti (pinoli, uva passa, droghe, ecc.) che, in forma di torta sottile, si fa cuocere in una teglia nel forno; sinon. quindi di sanguinaccio. c. non com. Lo stesso che castagnaccio, torta di farina di castagne. d. A Napoli, torta di farina di granturco, con ciccioli di maiale, provola di bufala e pezzetti di provolone. 2. Nell’arte dei fonditori, la massa di metallo che nella fusione si raffredda e si rapprende: viddi tutto rappreso il metallo, la qual cosa si domanda [= si dice] l’essersi fatto un m. (Cellini).