mignottocrazia
s. f. (spreg.) Il potere ottenuto compiacendo, eventualmente anche sul piano sessuale, chi ha la prerogativa di affidare importanti incarichi istituzionali e politici. ◆ «Calendarista alle pari opportunità». «Inadatta» a ricoprire quel ruolo. Ora «basta con la mignottocrazia». Il secondo tempo della sfida a distanza tra Paolo Guzzanti, deputato Pdl, e il ministro Mara Carfagna, è all’insegna dei colpi bassi, sferrati dal parlamentare-giornalista dal suo blog. (Repubblica, 4 novembre 2008, p. 12, Politica Interna) • «Mignottocrazia è la corruzione che ottiene potere in cambio di favori. Ci sono anche casi di mignotte per sesso, ma io volevo denunciare quegli uomini che ottengono potere compiacendo il potente: in questo senso, le più grandi mignotte sono uomini, io non volevo fare semplicemente un’allusione sessuale». [Paolo Guzzanti] (Ansa.it, 20 novembre 2008) • Per Zagrebelsky il lupanare del Cav. è molto più che lo scannatoio d’un vecchio satiro, è la rappresentazione semi privata della violenza inflitta da Berlusconi alla facies pubblica dell’Italia. In una parola: mignottocrazia. (Foglio.it, 5 febbraio 2011, La Giornata).
Composto dal s. f. mignotta e dal confisso -crazia.