migrare
v. intr. [dal lat. migrare] (aus. essere). – Lasciare il luogo di origine per stanziarsi, anche solo temporaneamente, altrove. È più generico di emigrare (di cui non ha i sign. specifici), e si dice sia di masse umane e di gruppi etnici che si spostano in cerca di nuove sedi, sia di animali e particolarmente di uccelli, sia anche di altre cose (v. migrazione): le orde barbariche migravano verso i confini dell’Impero romano; intiere popolazioni erano costrette a m. e a perdere la loro terra, diventando gente dispersa e senza domani (Carlo Sgorlon); al principio dell’autunno le rondini migrano nei paesi caldi; Stormi d’uccelli neri, Com’esuli pensieri, Nel vespero migrar (Carducci). ◆ Part. pres. migrante, anche come agg. (v. la voce).