minidollaro
(mini-dollaro), s. m. inv. Il dollaro statunitense che, nel rapporto di cambio con l’euro, si indebolisce, acquisendo una posizione di vantaggio nei mercati economici e finanziari internazionali. ◆ Gli analisti si chiedono su quali livelli la valuta americana si assesterà nel medio periodo. Una domanda cruciale visto il forte vantaggio competitivo che sino ad ora il minidollaro ha offerto alle aziende statunitensi. (Corrado Poggi, Sole 24 Ore, 24 febbraio 2004, p. 5, Mondo) • L’Italia perde colpi in Europa. Ma in Usa il made in Italy a suo modo tiene. Nel 2004 ha fatturato beni per 28 miliardi di dollari. Un aumento di oltre il 10% sul 2003. In moneta Usa, è una crescita in valore superiore all’apprezzamento dell’euro sul dollaro nello stesso periodo (il 5%). Un modo per tenere quote di mercato in tempi di minidollaro, ma riducendo i margini. (F[ederico] Fub[ini], Corriere della sera, 26 febbraio 2005, p. 8, Politica) • Quanto agli Stati Uniti, è stato proprio in un giorno record per mini-dollaro e caro-benzina che Barack Obama e John McCain hanno dato fuoco alle poveri della volata finale per la Casa Bianca con un duello sull’economia. (Avvenire, 10 giugno 2008, p. 5, Primo Piano).
Composto dal confisso mini- aggiunto al s. m. dollaro.
Già attestato nella Repubblica del 15 giugno 1986, p. 33, Economia (Carlo Cambi).