minimprenditore
(mini-imprenditore), s. m. Titolare di una piccola impresa. ◆ Oggi, tanto il piccolo borghese della più desolata periferia metropolitana quanto l’agiato, spesso agiatissimo, minimprenditore delle valli bresciane o bergamasche possono ritrovarsi accomunati dalla stessa ostilità e/o estraneità agli stilemi ideologici imperanti, quelli che con la stessa contraddittoria perentorietà obbligano a essere democratici, multiculturali, globalisti, europeisti, interreligiosi, ma anche liberali, italiani, civici, patriottici, meritocratici; a dare il proprio consenso, indifferentemente, al lardo di Colonnata e alla General Motors, al sindacato e alla flessibilità. (Ernesto Galli Della Loggia, Corriere della sera, 17 dicembre 2000, p. 1, Prima pagina) • Cesare Damiano, diessino, ministro del Lavoro e della Previdenza, non concede nulla alla tesi di un sotterraneo spirito vendicativo che avrebbe accompagnato i primi atti del governo di centrosinistra (il decreto Bersani-Visco in testa) nei confronti dei tanti professionisti, lavoratori autonomi, mini-imprenditori, commercianti, arricchitisi nella stagione del berlusconismo. Anzi, Damiano dice che «bisogna conquistare quei ceti sociali che hanno votato per il centrodestra». (Roberto Mania, Repubblica, 18 agosto 2006, p. 15, Economia) • l’allarme è puntato proprio sul vice-ministro delle Finanze. [Vincenzo] Visco ne è consapevole, tanto che ieri ha fatto diramare una nota dall’Agenzia delle Entrate, «aderire agli studi di settore non è obbligatorio». Aggiungendo poi ai suoi uffici, «dovete essere flessibili». Tradotto, significa che non vanno perseguitati artigiani e mini-imprenditori che hanno deciso di non aderire agli studi di settore. (Antonella Rampino, Stampa, 8 giugno 2007, p. 8, Interno).
Composto dal confisso mini- aggiunto al s. m. imprenditore.
Già attestato nel Corriere della sera del 24 settembre 1994, p. 49, Lombardia (Valerio Anghilieri e Anna Maria Gandini), nella variante grafica mini imprenditore.