minorato
agg. e s. m. [part. pass. di minorare]. – 1. agg. e s. m. (f. -a) Di persona che, per cause patologiche, congenite o acquisite, o per mutilazioni, lesioni gravi dell’organismo e sim., è parzialmente privata delle facoltà fisiche o psichiche e non può inserirsi pienamente nella vita sociale: ragazzo m.; asilo, istituto per bambini m.; nell’uso, più frequente come sost.: m. fisico; i m. di guerra, i mutilati e gli invalidi; m. psichico, espressione generica che indica l’individuo le cui facoltà psichiche, e in partic. quelle intellettive e volitive, non raggiungono il normale livello di efficienza, senza però fare riferimento alle cause e alle modalità di insorgenza di tale condizione deficitaria. In tutte le espressioni ora citate, il termine è spesso considerato offensivo ed è stato pressoché abolito nel linguaggio ufficiale per essere sostituito con altri termini specifici. 2. agg. In matematica, successione o serie minorata, la successione o serie a partire dalla quale viene costruita la successione o serie minorante.