miseria
miṡèria s. f. [dal lat. miseria, der. di miser «misero»]. – 1. a. Stato di estrema povertà, mancanza di ciò che è fondamentalmente necessario per vivere, cui conseguono avvilimento spirituale, infelicità e senso di desolazione: vivere in m., nella m.; essere, trovarsi, cadere in m. (con sign. lievemente diverso, essere, ridursi alla m., in una situazione economica critica, per avere perduto l’agiatezza e il benessere di cui prima si godeva); essere in estrema m., nell’estremo della m.; languire nella m., nella più squallida m., nella più nera m. (o nella m. più nera); morire in m.; lo spettro della m., il terrore di chi la vede avvicinarsi; levare, sollevare, liberare, salvare dalla m.; uscire dalla m. o di m.; non conoscere (la) m., di chi non ne ha mai fatto esperienza, e ignora perciò le sofferenze e le privazioni dei poveri. Fam., piangere m., lamentarsi con ostentazione della propria povertà, spesso esagerandola intenzionalmente per muovere gli altri a pietà, o anche simulandola per avarizia. Porca m.!, esclam. pop. di dispetto, disappunto, stizza e sim., o anche di meraviglia, che qualche volta ha valore eufemistico, qualche altra è solo scherzosa; più pop., e spesso più irosa, l’esclam. merid. mannaggia la (o alla) miseria! b. Con sign. meno astratto, l’aspetto della miseria, ciò che costituisce indizio e manifestazione visibile della povertà: c’è una m. in quella casa, in quei vicoli!; in quel paese, dovunque si volga l’occhio non si vede che miseria; con riferimento a cose particolari, stato e aspetto di povertà, o d’insufficienza: la m. di un vestito, di un alloggio, del vitto. c. Al plur., complesso di situazioni tristi e dolorose, dovute a cause varie, che si riflettono sulle condizioni economiche: mi ha raccontato le sue m.; conosco tutte le sue m.; ci sono tante m. a cui rimediare!; compatire le m. di qualcuno; non voler sentir parlare di miserie, di chi non ama i racconti di disgrazie e sim. Assol., e con sign. concr., vesti cenciose e insufficienti, in frasi quali esponeva le sue m., era coperto solo delle sue m.; con altro sign., cercava di nascondere le proprie m., la propria nudità. 2. a. Stato d’infelicità spirituale, condizione misera, stato di avvilimento: nessun maggior dolore Che ricordarsi del tempo felice Ne la m. (Dante); de’ Numi è dono Serbar nelle m. altero nome (Foscolo); nell’universale m. della condizione umana (Leopardi). b. Meschinità, fatuità, vanità: Miseria extrema de l’umane cose (Petrarca); spec. al plur., con sign. più concr.: le m. dell’umanità, le m. umane, le m. della vita, del mondo, gli affanni e i dolori che affliggono l’esistenza, e anche le piccinerie, le vanità tipiche della vita umana. c. Manchevolezza, debolezza morale: riconoscere, confessare, nascondere le proprie m.; Dio abbia pietà delle nostre m.; l’uomo è un misto di grandezza e miseria. Anche dappocaggine, grettezza, o addirittura viltà, bassezza: la donna, disperata della vendetta, ... propose di voler mordere la m. del detto re (Boccaccio); dare prova di m. intellettuale, morale. Con sign. concr., cosa misera e vana: la bellezza e gli onori non sono altro che miserie; con riferimento a discorsi, scritti, opere in generale, prodotto privo di valore, di particolare significato, di pregio: la sua conferenza è stata una vera m.!; che m. questa commedia! 3. Ristrettezza nello spendere, spilorceria: d’avarizia e di m. ogni altro misero e avaro che al mondo fosse soperchiava oltre misura (Boccaccio). In questo sign., la parola è oggi disusata, ma si conserva, con senso attenuato, nelle locuz. con miseria, con eccessiva parsimonia, con troppo risparmio (fare le cose con m.), e, più spesso, senza miseria, senza risparmio, con prodigalità (il pranzo è stato organizzato veramente senza miseria). 4. Quantità insufficiente, inadeguata ai bisogni, o per sé stessa troppo scarsa: gli danno un salario che è una m.; guadagna una m.; ho rinunciato a vendere il quadro perché mi offrivano una miseria. Per estens., inezia, quantità irrisoria, pochissima cosa, anche con valore iperb.: gli basta una m. per vivere, per essere contento; ho comprato quel mobile per una vera m.; era spuntato un po’ di sole, una m. (Pavese). Per antifrasi scherz.: ha ereditato un milione di euro, una m.!; si è fatto otto anni di carcere, una m.! Con sign. analogo l’esclam. fam., la miseria!, per esprimere enfaticamente stupore (con senso affine a caspita!, perbacco! e sim.). 5. Erba m. (o assol. miseria), nome comune a tutte le specie che costituiscono la famiglia commelinacee, appartenenti ai generi Commelina, Tredescantia, Zebrina, ecc. ◆ Dim. miṡeriùccia, miṡeriòla (questo, per indicare cosa di poco conto, cui non merita dare peso; o nel senso di piccolo guaio); pegg. miṡeriàccia (ha una miseriaccia nera; e come esclam. volg.: porca miseriaccia!).