mobile1
mòbile1 agg. [dal lat. mobĭlis, der. di movēre «muovere»]. – 1. a. Che può essere mosso, spostato, rimosso; si contrappone, oltreché a immobile, a fisso, stabile, e si dice di tutto ciò che si può levare e rimettere, sollevare e abbassare, mandare avanti e indietro, ecc.: le parti m. di un congegno; protesi m.; scaffale a piani m.; sbarra m. intorno a un perno; torri m., torri di legno usate un tempo come macchine belliche; l’invenzione della stampa a caratteri m.; materiale m., nelle ferrovie, tutto quello che non fa parte degli impianti fissi, e cioè locomotive, carrozze viaggiatori e vagoni merci, ecc.; stazione m. (in partic., ricevitore m.; trasmettitore m.), in radiotecnica, stazione radioricevente o radiotrasmittente o ricetrasmittente montata su un veicolo o che comunque sia atta ad essere facilmente portata da una località all’altra; per scala m., con varie accezioni, anche fig., v. scala. Nel linguaggio giur. e amministr., beni m., i beni che possono essere trasportati da un luogo a un altro senza che ne sia alterata la consistenza; sono detti anche cose mobili o, come s. m. pl., mobili (per es., alienazione di mobili e immobili); analogamente, ricchezza m., la ricchezza costituita dai redditi netti (di lavoro, stipendî, introiti professionali, ecc.): v. ricchezza. b. estens. e fig. Guardia, milizia m., come termine storico, milizia cittadina che all’occorrenza poteva essere impiegata a scopo di difesa anche fuori della città; oggi, invece, in espressioni analoghe, l’agg. fa riferimento alla rapidità degli spostamenti e alla possibilità d’immediato impiego: reparti m., di un esercito o di polizia; squadra m. (o, come s. f., generalm. con iniziale maiuscola, la Mobile), speciale reparto di agenti a disposizione della polizia giudiziaria. Difesa m., nella dottrina militare, particolare procedimento difensivo di un territorio sottoposto ad attacco nemico e incentrato su temporanee azioni di resistenza statica accompagnate da reiterate azioni dinamiche; è particolarmente adottabile in terreni che permettono un rapido spostamento di reparti armati al fine di arrestare, logorare e sopraffare le forze avversarie. Feste m., quelle che non cadono ogni anno a data fissa, e cioè la Pasqua e le altre (Ascensione, Pentecoste e Corpus Domini) la cui data è legata a quella della Pasqua. 2. Che si muove, che è soggetto a movimento: l’occhio e la lingua sono organi mobili. Poet. o letter.: le m. acque di un fiume; le m. onde. Con accezioni partic.: a. In patologia, di organi (per lo più cuore e rene) dotati di abnorme mobilità (spec. legata a generale lassezza dei tessuti) e pertanto suscettibili di spostamenti rilevanti dalla sede che è loro propria. b. In fisica e in chimica, si dice di fluidi scorrevoli, pochissimo viscosi: l’alcole è un liquido m.; il mercurio è molto mobile. c. In filosofia, detto di tutto ciò che, non partecipando dell’immobilità propria dell’assoluto, è perciò soggetto, attualmente o potenzialmente, al movimento (l’antitesi del mobile all’immobile ha particolare rilievo nella filosofia aristotelica, in cui il movimento, o divenire, è proprio degli esseri naturali). Nel sistema filosofico-astronomico medievale, e quindi anche in Dante, primo m. (espressione ellittica per primo cielo mobile, detto anche cielo acqueo o cielo cristallino) è il nono cielo, che abbraccia tutti i cieli inferiori ai quali trasmette il moto e, insieme con il moto, la capacità d’influire sul mondo sublunare; secondo la dottrina enunciata da Dante nel Convivio, il primo mobile ha come suo ‘luogo’ l’Empireo, è cioè contenuto in esso: e mentre l’Empireo (‘cielo quieto’) è immobile perché perfetto in ogni sua parte, il primo mobile si muove di movimento velocissimo, per il fortissimo desiderio che ogni parte di esso ha di congiungersi con ciascuna parte del cielo quieto. d. Che non ha la stabilità che dovrebbe avere: la gamba di questo tavolo è m.; in qualche caso, cedevole: terreno m.; sabbie m., zone situate in terreno paludoso o costituito da depositi alluvionali ancora non ben fissati, dove si corre il pericolo di affondare. 3. fig. a. Mutevole, soprattutto riferito al volto, alla fisionomia, ai lineamenti di una persona, in quanto mutino facilmente espressione in corrispondenza ai moti dell’animo: ha un viso, o uno sguardo, molto mobile. b. Incostante, instabile, volubile, detto del carattere di una persona: temperamento m.; E ben convenne al suo m. ingegno Cangiar l’amore in subitano sdegno (Ariosto); o della persona stessa: Femina è cosa mobil per natura (Petrarca); La donna è mobile Qual piuma al vento, parole di una notissima aria del Rigoletto di G. Verdi, su libretto di F. M. Piave. c. Pronto, vivace, fervido (in contrapposizione a rigido): fantasia, immaginazione m.; ha un ingegno mobilissimo.