modificare
v. tr. [dal lat. modificare, propr. «imporre una misura, moderare, proporzionare», comp. di modus «misura» e tema affine a facĕre «fare»] (io modìfico, tu modìfichi, ecc.). – 1. Mutare in parte il modo di essere di qualche cosa, apportandovi cambiamenti nella forma o nella sostanza: m. la linea di una carrozzeria, la sagoma di un mobile; m. il progetto di un edificio, il proprio piano di lavoro; m. lo statuto di una società; m. una legge, un regolamento. Talora è implicita l’idea del mutare in meglio, del migliorare: cerca di m. la tua condotta. 2. intr. pron. Trasformarsi parzialmente, subire delle variazioni: gli organismi possono modificarsi per influenza dell’ambiente; il suo carattere s’è molto modificato in questi ultimi anni. ◆ Part. pass. modificato, anche come agg.: la bozza modificata di un progetto. In partic., di prodotto nel quale, mediante trattamenti opportuni, siano indotte proprietà prima non esistenti oppure presenti in misura limitata: olî modificati; resine modificate; in meccanica, motore modificato, motore di un’autovettura di serie sottoposto a modifiche per renderlo più potente (analogam., riferito all’autovettura: una berlina modificata).