molestare
v. tr. [dal lat. tardo molestare] (io molèsto, ecc.). – Recare molestia, dare grave noia e fastidio: Voltando e percotendo li molesta (Dante, con riferimento alla bufera infernale che travolge i lussuriosi); m. il vicinato con schiamazzi notturni; m. il cane, il gatto; essere molestato dalle mosche, dalle zanzare, dalla tosse, da un acuto dolore alla spalla; in partic., infastidire con atti, parole, comportamenti indesiderati e sgradevoli: non bisogna m. il prossimo; fare oggetto di attenzioni sessuali non desiderate: quel dirigente è stato denunciato per aver molestato una collega; il suo compito era solo quello di impedire che altri russi venissero di notte a m. le donne italiane nelle loro camerate (P. Levi); nel linguaggio milit., m. i fianchi del nemico, m. la retroguardia, e sim., in azioni di guerra, con attacchi improvvisi e non impegnativi. Con compl. oggetto di cosa, impedire la prosecuzione tranquilla di un’azione, disturbare lo svolgimento normale di un’attività e sim.: m. il sonno, il lavoro, il riposo, la conversazione; A lor né i prandi mai turbati e rotti, Né molestate son le cene liete (T. Tasso).