monaca
mònaca (ant. o dial. mònica) s. f. [dal lat. tardo monăcha, gr. μοναχή; v. monaco]. – 1. Donna che si consacra a Dio con solenne professione di seguire una regola (che in Occidente è di solito quella benedettina, e ha l’obbligo della clausura) ed emettendo, al momento della monacazione, voti solenni di castità, povertà individuale, obbedienza alla badessa. Nel linguaggio com., il termine è esteso impropriam. alle suore (le quali pronunciano soltanto voti semplici): ha mandato la bambina a scuola dalle monache. 2. Per analogia, denominazione che, in alcuni testi antichi, viene attribuita a donne consacrate a divinità pagane e alle vestali. 3. In zoologia, con allusione all’aspetto e al colore del piumaggio o del mantello: a. Nome dato nell’Italia merid. all’uccello ballerina. b. Nell’Italia centrale, m. grossa, l’uccello bigia grossa (lat. scient. Sylvia hortensis), e m. bianca, l’uccello pesciaiola (lat. scient. Mergus albellus). c. Foca monaca, nome comune delle foche del genere Monachus, e in partic. della specie Monachus monachus (v. monaco, n. 2 b). 4. Nome dato in alcune parti della Toscana e nelle Marche al vaso di terracotta o di latta pieno di brace accesa, che si appende all’intelaiatura di legno detta prete per scaldare il letto (uso ormai quasi scomparso). 5. Cosce di monaca, nome pop. di una varietà di susine e anche di una varietà di pere. 6. pop. Ginocchio della m., lo stesso (e meno com.) che ginocchio della lavandaia (v. lavandaia). ◆ Dim. monachèlla (v.) o monacèlla (v.), monachina (v.), non com. monachétta; spreg. monacùccia.