monaco1
mònaco1 s. m. [dal lat. tardo monăchus, gr. μοναχός, der. di μόνος «solo, solitario»; i sign. del n. 2 con riferimento al colore; il sign. 3 forse perché l’elemento è solitario nel mezzo della capriata] (pl. -ci, ant. -chi). – 1. In origine, colui che, vivendo in solitudine, si dedica alla preghiera e al servizio di Dio, quindi sinon. di anacoreta; in seguito, colui che, isolato dal mondo, vive in comunità sotto un abate obbedendo alle prescrizioni della regola che ha accettato al momento della monacazione, e che in genere sono quelle di castità, povertà individuale, obbedienza all’abate: m. benedettino, cistercense, certosino. 2. a. Scimmia della famiglia cebidi (Pithecia monachus), che vive nelle foreste del Brasile: è lunga circa un metro, di cui la metà spetta alla coda, ha pelame di colore scuro e sul capo un ciuffo di peli che ricadono sul muso, coprendolo in parte. b. Genere di foche (lat. scient. Monachus), caratterizzato dall’avere unghie minute e arcuate. Vi appartengono tre specie, tra cui la foca monaca (Monachus monachus), così chiamata per il colore del mantello, grigio brunastro con macchie scure nella parte superiore, biancastro in quella inferiore: lunga un paio di metri, un tempo diffusa nel bacino del Mediterraneo e, con una colonia, lungo le coste della Mauritania, è oggi estremamente rara, localizzata e minacciata di estinzione per l’alterazione dei luoghi dove si riproduce (principalmente le grotte costiere) e la caccia da parte dei pescatori; e la foca monaca tropicale (Monachus tropicalis), un tempo frequente lungo le coste dell’America Centrale, oggi fortemente decimata. 3. In architettura, in alcuni tipi di capriata, l’elemento verticale, centrale, alla cui sommità si incontrano i puntoni inclinati secondo le falde del tetto e al cui estremo inferiore si innestano i saettoni obliqui di rinforzo dei puntoni stessi. ◆ Dim. e vezz. monachino (v. monachino2); dim. o spreg. monachétto (v.), non com. monacèllo; spreg. monacùccio.