monco
mónco agg. [prob. incrocio di manco1 e tronco1] (pl. m. -chi). – 1. a. Di persona che, per amputazione subìta o per difetto di nascita, sia mutila di un arto o di una sua parte (si dice soprattutto degli arti superiori, meno com. delle gambe): esser m. di un braccio, di tutte e due le mani. Usato assol., senza determinare la parte mancante: ha un figlio m.; anche sostantivato: caverebbe le bastonate a un m., modo prov. riferito a chi agisce in modo da provocare a tutti i costi una forte reazione. Riferito all’arto stesso, che manca di una parte: braccio m. della mano; mano m. di due dita. Estens., con senso più ampio: il m. busto (T. Tasso), il busto da cui è stata troncata la testa. b. non com. Storpio, privo dell’uso di un arto per qualche grave imperfezione: oltre a tutto questo era sciancata e un poco m. dal lato destro (Boccaccio). 2. fig. Manchevole, privo di qualche sua parte, incompleto: si esprimeva con frasi m., con parole m.; le notizie giungevano m.; istruzione, cultura, educazione m.; il codice ci è giunto m. delle ultime pagine (più com. mutilo); Quella ancor monca piange a capo chino, Spargendo or acqua per versar poi vino (Poliziano, parlando di una vite cui sono stati tagliati i tralci). Con altro traslato: Se tu tronchi Qualche fraschetta d’una d’este piante, Li pensier c’hai si faran tutti monchi (Dante), i tuoi dubbî saranno troncati, recisi, cioè scompariranno. ◆ Dim., raro, monchino, usato come s. m. per indicare persona monca di un arto.