mondano1
mondano1 agg. e s. m. [dal lat. mundanus, der. di mundus «mondo»]. – 1. agg. a. Che è proprio, tipico, caratteristico del mondo inteso come vita terrena, con particolare riguardo ai suoi aspetti temporali e ai suoi interessi materiali: beni m.; affetti m.; i piaceri m.; una delle massime m. per salire è il tirar giù un altro per le calcagna (G. Gozzi); con più diretta contrapp. alla vita dello spirito, alla vita celeste, alla vita eterna: le vanità m.; le effimere soddisfazioni m.; i fasti m.; la giustizia m. e la giustizia eterna; Dio non voglia che possano vedere in noi una gioia rumorosa, una gioia m. d’avere scansata quella morte, con la quale essi stanno ancor dibattendosi (Manzoni). b. Che si riferisce o appartiene alla vita e al costume della società elegante, del cosiddetto «bel mondo»: fare vita m.; le consuetudini, le convenzioni m.; ricevimenti m.; ambienti, ritrovi, locali m.; un quartiere m., una spiaggia molto m.; cronaca m., sui giornali, il resoconto degli avvenimenti ai quali prendono parte le persone più in vista nella società. Di persona, che conduce una vita frivola e brillante, spensierata e dedita ai divertimenti: le signore m.; un personaggio molto m.; una ragazza ricca e m.; anche come sost.: io vedo la noia dipinta sul viso di tutti i m. di Roma (Leopardi). Con senso peggiorativo, spec. in pass., femmina m., prostituta (v. mondana). 2. s. m., non com. Chi vive nel mondo, cioè nel secolo, contrapposto ai religiosi; per lo più al plur.: piantate negl’impicci noi poveri m., vi ritirate a fare una vita beata, e andate in paradiso in carrozza (Manzoni). 3. agg. ant. Che si riferisce al mondo come parte dell’universo: l’ordine m. (Dante). ◆ Avv. mondanaménte, in modo mondano, con mondanità: comportarsi mondanamente; è gente che vive troppo mondanamente.