moneta di plastica
loc. s.le f. Strumento utilizzato per l’acquisto di merci, perlopiù costituito da carte di credito o tessere magnetiche, che evita la circolazione di denaro contante. ◆ Diffusissima anche la «moneta di plastica»: i bancomat in circolazione sono 21 milioni, le carte di credito 7 milioni. Queste crescono al ritmo di un milione all’anno, mentre i bancomat – che nel ’97 erano 17,1 milioni – nel ’99 sono arrivati a 22,1 milioni con un aumento di oltre due milioni e mezzo rispetto al ’98. (Repubblica, 9 maggio 2000, p. 43, Economia) • Cresce sulla rete l’offerta di carte di credito a costi competitivi. Chi si sta abituando a sfruttare le possibilità di Internet fino in fondo ora può richiedere, tramite il computer, e farsi recapitare a casa la sua «moneta di plastica» senza neppure dover spedire un modulo per posta o andare allo sportello della sua banca. (Silvia Sindaco, Corriere della sera, 13 ottobre 2003, Corriere Economia, p. 12) • Negli ultimi 30 anni (il bancomat è nato poco prima degli anni ’70) la diffusione della moneta di plastica è stata straordinaria, ma non tale da incidere sul circolante. Se entrasse in scena il cellulare, il discorso potrebbe cambiare e la moneta potrebbe realmente virtualizzarsi. (Marco Marella, Sole 24 Ore, 22 novembre 2007, Nòva, p. 1).
Composto dal s. f. moneta, dalla prep. di e dal s. f. plastica, ricalcando l’espressione ingl. plastic money.
Già attestato nella Repubblica del 31 gennaio 1991, p. 43, Economia (Giovanni Scipioni).
V. anche denaro di plastica.