monitoraggio
monitoràggio s. m. [der. di monitor, per traduz. dell’ingl. monitoring]. – 1. Osservazione, a scopo di controllo, di una grandezza variabile eseguita mediante appositi strumenti (denominati monitor): m. della percentuale di biossido di carbonio nell’atmosfera; il termine è largamente impiegato in medicina per indicare la sorveglianza continua che, negli ambienti clinici di terapia intensiva (unità coronariche, reparti di cardiochirurgia, centri per grandi ustionati) e anche nei reparti ostetrico-ginecologici, soprattutto nell’imminenza di parti a rischio (m. materno-fetale), viene esercitata, attraverso sofisticate apparecchiature (circuiti televisivi, computer, dispositivi di allarme, ecc.), sulle funzioni vitali (circolatoria, respiratoria, urinaria) dei soggetti assistiti, per consentire l’immediata attuazione delle misure di emergenza; con uso estens., ogni forma di sorveglianza e controllo, anche senza visualizzazione su monitor, cui un paziente sia sottoposto in modo assiduo. 2. In senso più ampio, ogni forma di indagine ricorrente e sistematica, di natura biologica, patologica, epidemiologica o di altro genere, compiuta su popolazioni umane, animali o vegetali o anche su ambienti minacciati da inquinamento (radioattivo, chimico, microbiologico o di altra natura), che ha come fine la programmazione di interventi miranti alla loro conservazione, gestione o risanamento. In senso fig., nel linguaggio giornalistico: il m. della situazione politica, delle condizioni economiche del Paese, come registrazione ed esposizione di dati risultanti da una continua osservazione.