mora3
mòra3 s. f. [dal lat. mora]. – 1. a. raro e letter. Indugio: il crudo verno, il tempestoso mare ... Le sconquassate navi in ciò ne danno Mille scuse di m. e di ritegno (Caro). b. Nel linguaggio giur., ritardo ingiustificato nell’adempimento di un’obbligazione di dare o di fare: essere, cadere, mettersi in m., venire a trovarsi in tale condizione; mettere, costituire in m., e analogam. messa (o costituzione) in m., l’intimazione o richiesta fatta dal creditore al debitore di adempiere all’obbligazione; interesse di m., o assol. mora, l’interesse dovuto al tasso legale o convenzionale per il ritardo nell’adempimento di un’obbligazione: pagare la m.; la m. è dovuta in ragione del dieci per cento. Locuz. avv. nelle more, nell’intervallo di tempo che intercorre fra l’avvio di un iter burocratico-giuridico e la sua conclusione: nelle m. del giudizio, nel periodo che precede la definizione della sentenza; per estens., con sign. generico, nell’attesa, nel frattempo: ho dovuto interrompere per un po’ il lavoro e, nelle m., farò delle ricerche bibliografiche. 2. a. Nella prosodia greca e latina, la minima unità di misura del ritmo, corrispondente a una sillaba breve. b. In linguistica, la durata di una vocale breve o di una consonante implosiva.