morettiano
s. m. e agg. Seguace o sostenitore di Nanni Moretti, regista, attore e produttore cinematografico; relativo a Nanni Moretti, al suo stile cinematografico o alle sue posizioni politiche. ◆ La vita di Massimo si snoda con i ritmi dell’ossessione amorosa. O, meglio, della vera e propria dipendenza. Una dipendenza dalla pagina raccontata con toni morettiani (e forse con qualche crudezza di troppo) che porta il protagonista dalle prime letture adolescenziali alla morte per overdose (naturalmente da scrittura). (Sole 24 Ore, 9 luglio 2000, p. 30, Cultura) • [tit.] [Piero] Fassino ai girotondini «Basta attaccarci su [Bettino] Craxi e Bicamerale» / Assemblea con [Francesco] Rutelli e i «morettiani» (Stampa, 19 marzo 2002, p. 6, Interno) • Nanni Moretti, dunque, vero protagonista del «caso Caos», rimane a mani vuotissime sia in quanto strombazzato grande interprete (in realtà un po’ meglio del solito, ma sempre troppo se stesso) e patron del film tratto dal premio Strega di Sandro Veronesi. Un titolo altamente sopravvalutato, cinematograficamente nullo e illuminato dalle cronache solo per la potenza del megafono morettiano. (Roberta Ronconi, Liberazione, 19 aprile 2008, p. 15, Spettacoli).
Derivato dal nome proprio (Nanni) Moretti con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
Già attestato nella Repubblica del 15 gennaio 1985, p. 21, Radio e Televisione (Paolo D’Agostini).
V. anche Moretti boy, nannimorettiano, nannista.