morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la categoria grammaticale e la funzione sintattica. I morfemi (che, così definiti, si contrappongono sia ai lessemi sia ai monemi) possono essere isolati, come le preposizioni e le congiunzioni, o uniti alla radice, come affissi, desinenze, alternanze qualitative o quantitative (per es., nel lat. didicĕram «avevo imparato», sono morfemi di- prefisso, -era- infisso temporale, -m desinenza di prima pers. sing. che si uniscono alla radice dic-). Nella terminologia della linguistica statunitense morpheme è qualunque segmento di enunciato dotato di significato (equivalendo all’incirca a quello che nella terminologia francese è chiamato monema): morphemes sono dunque sia i morfemi in senso stretto sia le radici.