mortificazione
mortificazióne s. f. [dal lat. tardo mortificatio -onis, der. di mortificare: v. mortificare]. – 1. a. ant. Stato d’insensibilità, simile a morte, di un organismo. b. In medicina, m. dei tessuti, condizione di alterazione morfologica e strutturale di tessuti sottoposti a una azione traumatica; zona di m., zona di alterazione tessutale (fino alla necrosi) che si rileva in corrispondenza di ferite contuse, lacero-contuse o da colpo d’arma da fuoco. c. Per estens., termine usato talvolta nell’arte culinaria per indicare la frollatura delle carni. 2. Nel linguaggio ascetico cristiano, sofferenza che l’uomo volontariamente s’impone per vincere le cattive inclinazioni conseguenti al peccato originale, soprattutto le concupiscenze degli occhi e della carne, o anche solo come pratica ascetica per promuovere il proprio perfezionamento morale e spirituale. 3. Nell’uso com., umiliazione dell’amor proprio: dare, ricevere, patire una m.; che m. per lui essere trattato così!; è per me una m. dovergli chiedere aiuto. ◆ Dim. mortificazioncèlla (nell’ultimo sign.).