motivatore
s. m. Chi è dotato delle capacità e dell’autorevolezza necessarie per incoraggiare e stimolare altri a raggiungere un obiettivo. ◆ Altrove (Washington, Wizards, la squadra di Michael Jordan che continuava a perdere) per vincere si ricorre a un motivatore, anzi a un motivational speaker, precisa la «Gazzetta». Si chiama Anthony Robbins, ha dato una mano anche al generale [Norman] Schwarzkopf e a [Bill] Clinton. Si è presentato negli spogliatoi raccontando le solite storie: siete invincibili, nessuno vi può fermare. (Gianni Mura, Repubblica, 7 gennaio 2001, p. 47, Sport) • Non stupisce che i tedeschi di centrodestra abbiano fatto vincere le elezioni al liberale Guido Westerwelle, preferendo il suo sorriso da imbucato in paradiso all’aria da quaresima che spirava dal volto ammainato della democristiana [Angela] Merkel: come tutti i popoli in depressione, anche loro hanno un disperato bisogno di motivatori ottimisti per i quali il futuro non rappresenti sempre e soltanto una minaccia. (Massimo Gramellini, Stampa, 20 settembre 2005, p. 1, Prima pagina) • Grande motivatore e valorizzatore di talenti, allenatore di fortissima personalità e fine conoscitore della tattica, l’uomo di Aberdeen ha messo in mostra martedì all’Olimpico il suo quarto capolavoro. (Alessandro Pasini, Corriere della sera, 3 aprile 2008, p. 55, Sport).
Derivato dal v. tr. motivare con l’aggiunta del suffisso -(t)ore.
Già attestato nella Repubblica del 2 gennaio 1985, p. 12, Politica estera (Pietro Veronese).