motivo2
motivo2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.; cfr. movente]. – 1. Stato d’animo, convinzione intellettuale, principio morale e sim. che, influendo sulla volontà, spinge ad agire in un determinato modo o a compiere una determinata azione (è sinon. talvolta di ragione, talaltra di causa, ma con valore più immediato e particolare): fare qualcosa per serî m., per giusti m., senza un m., senza nessun m., senza validi m.; litigare per futili m.; reato commesso per m. abietti; questo non è un m. sufficiente per offendermi; se ha agito così, avrà avuto i suoi m.; frequenti le espressioni avere, dare motivo di (lagnarsi, rallegrarsi, compiacersi, ecc.), essere motivo di (gioia, dolore, risentimento, orgoglio, soddisfazione, ecc.), anche riferita a persona: con il tuo comportamento sei stato m. di scandalo per tutti. Nel linguaggio burocr.: assenza, aspettativa per motivi di famiglia, per motivi di salute; fatti che sono motivo di nullità per un negozio giuridico; talvolta anche come sinon. di motivazione: il m. (o i m.) di una sentenza, di una ricompensa, d’una promozione. Nel diritto processuale, motivi di impugnazione di una sentenza, gli elementi, di fatto o di diritto, per i quali si chiede al giudice superiore la riforma di una sentenza. Con funzione di locuz. avv.: a motivo di, per m. di, a causa di: la lettera neppure ieri ha potuto partire, a motivo del vento (Mazzini); per che o per quale m.?, perché?; nell’uso pop. e spesso scherz., motivo per cui, perciò, per la qual cosa: il tempo minaccia pioggia, motivo per cui prenderò l’ombrello. 2. a. Nella terminologia musicale, il nucleo dell’idea che, interamente definita, diviene tema, melodia, ecc.; talvolta, un disegno qualunque del tessuto musicale, anche se privo del valore di tema fondamentale del pezzo: il m. di un’opera; un m. di successo. Per estens., sinon. di tema o melodia: m. dominante (o conduttore, o ricorrente), il tema fondamentale di un brano musicale (o, per analogia, di un componimento letterario; v. anche leitmotiv); un m. facile, orecchiabile; trovare, ricercare un m. sul pianoforte. b. Per estens., in letteratura, idea da cui diramano alcune delle fila di un racconto, o che col suo ripresentarsi ritma e scandisce il racconto stesso; particolare aspetto, tono, o interesse psicologico che si concreta fantasticamente in un’opera, o in un gruppo di opere: il m. della Provvidenza nei Promessi Sposi; i m. fondamentali del Decameron; il m. degli umili nel romanzo dell’Ottocento; pigrizia, attesa di morte; questi m. profondi del Gattopardo ... erano attinti alla desolazione stessa del principe solitario che non si era degnato di cercarsi un suo daffare nel consorzio dei suoi contemporanei (Francesco Orlando); critica ricca di m. psicologici. c. Nelle arti figurative e nell’architettura, complesso ritmico di linee, di colori, di piani, dominante nell’opera. In cornici, fregi e sim., l’elemento decorativo che si sviluppa con un dato ritmo e ricorre a determinate distanze: il fregio svolge un m. floreale; i bucranî appaiono spesso come m. ornamentali. d. In tessuti, carte da parati, e sim., il disegno che, ripetuto un numero indefinito di volte a distanze regolari, costituisce il complesso decorativo del tessuto o della carta. e. Per analogia col sign. precedente, in cristallografia strutturale, il raggruppamento di particelle (atomi, ioni) che rappresenta quell’unità dalla cui regolare ripetizione nello spazio risulta costituita la materia cristallina. ◆ Dim. motivétto, espressione melodica facile e leggera: un motivetto orecchiabile; cantare, fischiettare un motivetto; meno com., piccolo elemento decorativo.