motore2
motóre2 s. m. [per sviluppo semantico dalla voce prec.]. – 1. a. In senso lato, ogni sistema materiale capace di trasformare una forma di energia qualsiasi in energia meccanica, atta a provvedere alla locomozione di veicoli, a servire impianti industriali, ecc.: m. per autoveicoli, m. d’aviazione, m. navali o marini; m. per trazione ferroviaria; m. semovente, che provvede alla locomozione del veicolo su cui è montato; m. stazionario, motore fisso nel luogo in cui si trova l’impianto cui fornisce l’energia; m. primo, in un impianto industriale, il motore di comando della macchina operatrice principale, detto così per distinguerlo dagli altri motori adibiti ai servizî ausiliari dello stesso impianto. Per analogia di funzione, possono essere considerati m. animati gli esseri viventi, in quanto capaci di fornire energia meccanica a spese dell’energia muscolare. b. Dal punto di vista dell’energia che viene trasformata i motori si possono distinguere in m. elettrici (che trasformano l’energia elettrica di una corrente continua o alternata), m. idraulici (che trasformano l’energia di pressione o cinetica dell’acqua o di altro liquido), m. nucleari (che utilizzano l’energia termica prodotta da una reazione nucleare: v. reattore), m. pneumatici (che trasformano l’energia di pressione di un gas compresso), m. termici (che trasformano l’energia termica di un fluido), m. a inerzia (che utilizzano l’energia cinetica accumulata in un volano), m. a molla (che utilizzano l’energia potenziale elastica accumulata in una molla previamente deformata), m. a peso (che utilizzano l’energia potenziale di una massa portata a una quota elevata), m. a vento o eolici (che utilizzano l’energia cinetica dell’aria); i motori idraulici, pneumatici, termici ed eolici sono anche detti m. a fluido. Dal punto di vista delle caratteristiche cinematiche si distinguono i m. alternativi, in cui l’organo principale (stantuffo) è animato di moto alternativo, e i m. rotativi, in cui l’organo principale (rotore o girante) è animato di moto rotatorio. I motori elettrici si distinguono a loro volta in m. a corrente continua e m. a corrente alternata (il cui principio di funzionamento è, rispettivam., quello della dinamo e quello dell’alternatore: v. le due voci); questi ultimi si distinguono in monofase e polifase (generalm. trifase), e possono inoltre essere sincroni o asincroni (i più diffusi, anche detti a induzione) a seconda che il motore ruoti alla stessa velocità del campo magnetico rotante o a una velocità leggermente inferiore; m. asincrono sincronizzato, motore che si avvia come un motore asincrono, ma il cui funzionamento a regime è quello di un motore sincrono, essendo dotato di un avvolgimento rotorico percorso da corrente continua; è poi detto m. lineare quello nel quale l’organo mobile è dotato di movimento traslatorio (alternativo e no) anziché rotatorio. I motori a fluido si distinguono in m. volumetrici (nei quali il fluido agisce entro camere chiuse, espandendosi nel caso di gas o vapori), m. a turbina o turbine (nei quali l’organo mobile è una girante con palette periferiche che istante per istante definiscono canali entro i quali passa il fluido in moto continuo) e m. a getto o a reazione (nei quali l’espansione del fluido motore provoca, per reazione, la propulsione in direzione opposta a quella di scarico; nel caso dei motori termici si possono avere endoreattori o esoreattori: v. queste voci); in partic.: nei motori idraulici il fluido agisce su uno stantuffo in moto alternativo all’interno di un cilindro (m. a colonna fluida) oppure mette in rotazione una girante opportunamente sagomata (m. a capsulismi o turbine idrauliche); i motori pneumatici sono in genere di tipo alternativo, con stantuffo azionato da aria compressa; nei motori termici l’energia termica proviene da una combustione all’interno del fluido motore, cioè del fluido che subisce le trasformazioni termodinamiche (m. a combustione interna o endotermici), oppure è prodotta da una miscela combustibile distinta dal fluido motore ed è trasferita a questo mediante opportuni scambiatori di calore (m. a combustione esterna). I motori a combustione interna volumetrici, oltre a essere usati su velivoli (m. per aviazione o aeronautici) e imbarcazioni (m. marini o navali), sono i più diffusi nella trazione, soprattutto su strada; sono generalmente di tipo alternativo (pochi e di scarso successo sono invece i tipi rotativi, come il m. Wankel) e si distinguono in base al ciclo termico (m. a ciclo Otto, a ciclo Diesel, ecc.), in base al fatto che il ciclo si compia in due o in quattro corse dello stantuffo (m. a due tempi, m. a quattro tempi), in base al numero dei cilindri (m. monocilindrici, a due, a quattro, a sei cilindri, ecc.), in base al sistema di accensione della miscela combustibile (m. ad accensione a scintilla elettrica o a scoppio, generalmente a ciclo Otto e a benzina, e m. ad accensione spontanea – dovuta alla compressione –, generalmente a ciclo Diesel e a gasolio), in base al modo di introduzione del combustibile nella camera di combustione (m. a carburazione, nei quali la miscela si forma in un apposito organo detto carburatore, e m. a iniezione, nei quali il combustibile viene iniettato direttamente nel cilindro o nel condotto di aspirazione da organi detti iniettori; sono poi detti m. sovralimentati quelli in cui un compressore invia il fluido in pressione nei cilindri, mentre sono detti, con espressione diffusa ma impropria, m. aspirati tutti gli altri, in cui la pressione agente sulla miscela è soltanto quella atmosferica). I motori a combustione esterna, realizzati per fornire potenze molto grandi, possono consistere in motori alternativi (macchina a vapore o motrice a vapore: v. motrice) o in turbine (turbina a vapore, turbina a gas: v. turbina). 2. In senso ristretto, soprattutto nel linguaggio com., e quando non sia altrimenti determinato, il termine spesso indica il motore endotermico volumetrico di cui sono dotati gli autoveicoli, detto anche a benzina o a scoppio (quando si tratti di motore a carburazione), diesel (quando si tratti di motore a ciclo Diesel), a iniezione elettronica (quando sia a iniezione controllata elettronicamente), turbo (quando sia sovralimentato per mezzo di un turbocompressore: v. questa voce), turbodiesel (quando si tratti di un motore a ciclo Diesel sovralimentato con turbocompressore); accendere, avviare, spegnere il m.; avere un guasto al m.; mettere a punto il m.; riparare il motore. Frequente la locuz. avv. e agg. a motore, riferita ad apparecchio o veicolo azionato da un motore (soprattutto termico o elettrico): trapano a mano e trapano a m.; una barca a m.; oppure di operazione compiuta con macchine a motore: aratura a motore. In partic., nella nautica da diporto, con riferimento alle unità a vela dotate di motore, si parla di unità a motore quando il rapporto tra la superficie velica (escluso lo spinnaker) espressa in metri quadrati e la potenza del motore espressa in cavalli è inferiore a 2 (in caso contrario, si parla di unità a vela con motore ausiliario). ◆ Dim. motorino (v.). TAV.